Denuncia il capo per mobbing, dirigente Aler a processo

L'impiegata, che aveva vinto una causa di lavoro, sarebbe stata demansionata: per lei solo qualche fotocopia

Impiegata negli uffici dell'Aler di viale Romagna addetti ai rapporti con il pubblico, ha denunciato il proprio capo per mobbing. Sostiene che, dopo aver vinto una causa di lavoro per il reintegro in sede, sarebbe stata tenuta a far niente o al massimo qualche fotocopia, con la conseguenza di uno stress che secondo le certificazioni cliniche si manifesta in crisi di pianto incontrollato e panico. Sulla vicenda è stato chiamato a far luce il pubblico ministero Giulio Benedetti, che ha appena ottenuto il rinvio a giudizio per il capo della donna con l'accusa di maltrattamenti. I fatti contestati riguardano episodi successivi all'ordine di reintegro della dipendente da parte del tribunale civile da Sesto San Giovanni alla sede di viale Romagna, avvenuto nel marzo del 2009. Secondo quanto denunciato dalla donna, sentita sei mesi fa dalla polizia giudiziaria, dopo il reintegro il capo le avrebbe ripetuto di non aver bisogno di lei e non le avrebbe assegnato più alcun incarico. Così, dopo circa sei mesi, la dipendente si è rivolta a un legale, l'avvocato Marziano Pontin, che prima ha inviato una diffida alla direzione generale dell'Aler e poi si è rivolto alla procura. Dopo la diffida, secondo la denuncia, alla dipendente sarebbero stati tolti anche scrivania, computer e telefono.

Una situazione definita dalla presunta vittima di «completa deprivazione ed emarginazione». La vicenda, secondo quanto deciso oggi dal giudice per l'udienza preliminare Giuseppe Vanore, finisce ora al vaglio del tribunale della quinta sezione monocratica. Il processo comincerà il 22 novembre.

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