La denuncia di Mastella: schede prestampate

Chiti (Ds) annuncia querela. Il segretario dell’Udeur: «Porterò le prove in tribunale». Polemiche per la distribuzione dei seggi

Luca Telese

da Roma

Si vota oggi, ma è già esploso il vaso di Pandora, nell’Unione: da stamattina presidenti di seggio e scrutatori dovranno fare i conti con l’ira funesta di Clemente Mastella, e lo spettro di una possibile contesa in Tribunale.
Ancora giovedì sera il leader dell’Udeur sembrava in fibrillazione ed esternava in Transatlantico: «Hanno fatto di tutto per farmi fuori, ma io prenderò una barca di voti, vado a due cifre, quello lì nemmeno lo vedo». Quello lì, a pochi metri, era uno dei contendenti, Alfonso Pecoraro Scanio. In realtà più si avvicina il momento del voto, più aumenta l’incertezza, e Mastella da giorni ha pronta un’accusa affilatissima per i Ds: «Hanno chiamato persone che conosco, con l’idea di preparare delle schede prestampate. Pensavano che non me ne accorgessi, l’ho saputo lo stesso. Se lo fanno scoppia un putiferio». Parole che hanno prodotto una inevitabile polemica, e la replica del responsabile della consultazione, il diessino Vannino Chiti, che non è andato per il sottile: «Non accetto queste calunnie, io lo denuncio». E ieri, a completare il capolavoro, arrivava la risposta di Mastella: «È nel diritto dell’onorevole Chiti - spiegava una nota della segreteria dell’Udeur - querelare l’onorevole Mastella: che sarà a sua volta ben lieto, davanti ai tribunali della politica e a quelli della giustizia, di fornire tutti gli elementi necessari per dimostrare la veridicità delle tesi e delle preoccupazioni manifestate in questi giorni».
In realtà la partita è molto più complessa, e molto del fumo sollevato in questi gorni va inteso come un fuoco preventivo. Sotto la lente c’è la diffusione a macchia di leopardo dei seggi, spesso del tutto scorrelati dal rapporto con gli abitanti. In questa distribuzione disomogenea la parte del leone l’hanno fatta le regioni rosse: in Umbria - per dire - ci sono 400 seggi per 800mila elettori, in Campania ce n’è appena 700 per una platea elettorale di sei milioni. «Ovvio, vogliono penalizzare il Sud dove sanno che io vado forte - spiega Mastella -, a Ceppaloni mi hanno messo solo sei seggi, uno per ogni frazione. In un comune della Toscana con la metà degli abitanti ce n’è il doppio, capite?». Mastella è sicuramente sincero, ma il suo «Al Lupo, al Lupo», ha avuto un effetto, se è vero che Alfonso Pecoraro lo contesta: «Clemente dovrebbe lamentarsi di meno: mi risulta che nella sua Benevento ci sono 85 seggi per 200mila abitanti, come la mettiamo?». Il leader dei Verdi, dal canto suo invita a contare i voti e non le percentuali: «Io parto da trentamila iscritti dei Verdi, Prodi da settecentosessantamila, ovvero da Ds, Margherita e Sdi». A complicare le cose ci si mettono i sondaggi: quello fatto sul sito di La Repubblica dà sempre Prodi sopra il 60 per cento.

Ma Tonino Di Pietro due giorni fa ne ha sventolato di fronte a Corrado Formigli, di Controcorrente, su Sky: «Ved’ Mastella prende il 12%». È sarcastico Pecoraro: «Deve essere un sondaggio fra capi bastone». Resta da capire se il chiagn e fotti mastelliano funziona anche stavolta.

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