Augusto Pozzoli
La scuola milanese è sempre più multiculturale. La presenza di alunni stranieri nelle classi, infatti, è in continua crescita, dalle materne alle superiori. I dati ufficiali lo dimostrano: nel gennaio del 2003 si contavano 20.028 iscritti non italiani, ora se ne contano 31.121. Questultimo almeno il dato su cui si sta lavorando per lassegnazione delle poche risorse di personale disponibile da distribuire nelle scuole più colpite dal fenomeno per sostenere lintegrazione degli alunni che non conoscono la nostra lingua e per questo faticano a integrarsi e a seguire le attività di apprendimento proposte dai docenti. Un dato messo in discussione dagli stessi dirigenti scolastici a cui spetterà il difficile compito di organizzare le classi per il prossimo anno scolastico.
«La documentazione che lamministrazione scolastica sta usando per assegnare alle scuole i cosiddetti insegnanti facilitatori per lintegrazione degli alunni stranieri dice Gianni Gandola a nome del coordinamento dirigenti scolastici Cgil, Cisl e Uil è del tutto inadeguata: innanzitutto perché si rifà alla situazione di un anno fa. E in un anno quanti sono gli alunni non italiani che sono arrivati nelle classi delle nostre scuole? Purtroppo nessuno è in grado di dirlo, ma certamente sono tanti. Ne arrivano in ogni stagione, si iscrivono nuovi alunni stranieri anche quando tutti sono in vacanza. Le risorse da distribuire sono davvero esigue: 54 posti sicuri, a cui se ne dovrebbero aggiungere unaltra quarantina. Molto meno, insomma, di quel che si metteva a disposizione fino a un paio danni fa: più stranieri dunque, e meno risorse per integrarli. Una coperta molto corta per coprire un fenomeno dirompente con criteri quanto meno discutibili: manca una documentazione sulle scuole che hanno più bisogno, perché manca unanagrafe aggiornata sulla presenza degli alunni nelle singole scuole».
Ma cè un altro allarmante aspetto del problema: la crescita della presenza di alunni stranieri nelle scuole avviene al di fuori di ogni controllo. Di fatto siamo di fronte a un fenomeno che si sviluppa a macchia di leopardo, così ci sono scuole dove si rasenta o addirittura si supera il 30 per cento di alunni stranieri, ed altre in cui se ne contano poche unità. Una tendenza che riguarda in modo particolare gli istituti superiori. Basti pensare al caso clamoroso dellIstituto professionale Marignoni di via Melzi dEril dove nelle prime classi del prossimo anno ben l80 per cento dei neoiscritti sono di origine straniera, ragazze e ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo. «I dati su cui lavora lamministrazione scolastica osserva ancora il dirigente scolastico Gianni Gandola - non tengono in alcun conto le caratteristiche di questo fenomeno. Il dato relativo a una stessa scuola, ad esempio, non considera il fatto che gli stranieri siano iscritti per lo più in un plesso e meno in un altro. Il 20 per cento medio può significare il 40 o 50 in un plesso, e il 10 in un altro. Mi sembra che nella distribuzione delle risorse si debba tener presenti queste specificità, per non lasciare le scuole impotenti a sostenere i propri impegni».
In questi giorni il direttore scolastico regionale Mario Dutto ha in programma un incontro con le organizzazioni sindacali della scuola per definire i criteri di assegnazione degli insegnanti facilitatori alle scuole. Una bella sfida, perché la questione degli stranieri nelle nostre scuole si profila come la maggiore emergenza per lavvio del prossimo anno scolastico.
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