Diecimila prodotti in vetrina e le presenze aumentano

L’edizione 2010 dei Saloni si prepara ad aprire i battenti all’insegna dell’ottimismo, anche se la crisi ha lasciato ancora molte ferite aperte

Diecimila prodotti in vetrina e le presenze aumentano

«Al momento i dati che abbiamo ci confortano - ha spiegato Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit (l’ente fieristico milanese che fa capo a Federlegno-Arredo) -, il numero delle prenotazioni alberghiere è più elevato dello scorso anno e quindi prevediamo grande interesse e successo». La vetrina più importante al mondo del settore arredo casa prevede oltre 2.500 espositori su 209mila metri quadri netti, con più di 10mila nuovi prodotti che saranno presentati alla fiera di Rho dal 14 al 19 aprile. «Dobbiamo guardare con ottimismo - ha detto ancora Guglielmi - al nostro sistema Paese che è in grado di proporre una manifestazione fieristica di altissimo livello con i Saloni che sanno generare un indotto culturale che non ha uguali al mondo».
Tuttavia, il 2010 sarà ancora «un anno drammatico» per le imprese del settore legno-arredamento, secondo Rosario Messina, presidente di Federlegno-Arredo. «Gli ordini hanno registrato un aumento del 2% a gennaio, ma un calo del 4% a febbraio e attorno al 5% a marzo». Il presidente di Federlegno ha ricordato che «il 2009 è stato un anno horribilis per il settore che ha visto la chiusura di 1.800 aziende con l’uscita di quasi 13mila dipendenti»: un dato che non trova precedenti nella storia recente del settore, ma che sembra ancora contenuto rispetto alle dimensioni della crisi, anche grazie all’utilizzo della cassa integrazione.
Nel 2009, secondo i dati preconsuntivi del centro studi Cosmit/Federlegno-Arredo, il fatturato dell’intera filiera legno-arredamento è diminuito del 18,2% scendendo a 32,4 miliardi di euro: sono soprattutto mancate le esportazioni, calate del 21,9% a fronte di un arretramento del consumo interno del 16,8 per cento.

Il saldo commerciale si mantiene positivo per quasi sei miliardi di euro, ma anch’esso è in calo del 24 per cento. Secondo Guglielmi per ora «il consumo del pubblico non dà segnali di ripresa», mentre va un po’ meglio «il contract per cui ci sono ordini soprattutto dagli Usa e dai Paesi arabi».

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