PinzoloDiego «il lombardo» è sbarcato a Pinzolo e ha fatto subito centro. La festa è stata tutta sua. Presentato in piazza Carera, dopo essere sceso in campo per il primo allenamento nel tardo pomeriggio, è stato accolto come se già alla Juve avesse vinto tutto. La speranza è che accada, intanto valgono i propositi: «Sono strafelice, non vedo l'ora di cominciare». Frasi d'ordinanza, quelle buone per fare sognare il popolo juventino che ha bisogno di vedere all'opera piedi buoni dalla metà campo in su. Intanto, l'augurio è che il suo rendimento superi - di gran lunga, anche - quello di Poulsen: i due sono nati lo stesso giorno, il 28 febbraio, ma le caratteristiche che li accomunano sono poche. Mettiamola così: se il danese non sarà «sbolognato» via, potrebbe diventare uno dei portaborse del trequartista «lombardo». Già, perché Diego Ribas da Cunha - nato a a Ribeirão Preto, San Paolo - è diventato cittadino italiano il 17 marzo 2004 a Sant'Angelo Lodigiano, sfruttando le origini campane e ferraresi dei suoi bisnonni.
Italiano di passaporto, brasiliano nei piedi in tutto e per tutto: ama la giocata a effetto, adora segnare e far segnare ma non disdegna di aiutare i compagni di centrocampo. «Siamo a livello dell’Inter, possiamo vincere lo scudetto e sono qui per questo». E Gli annunci di Diego non finiscono qui: «Voglio vincere la Champions League e i Mondiali dell'anno prossimo con il Brasile». Tifosi pienamente d'accordo sulla prime aspirazioni, meno sulla seconda ma se ne riparlerà in Sudafrica. Intanto, in carriera, lui ha già portato a casa tanto se non tutto: con il Brasile ha vinto la coppa America del 2007 e del 2004, con il Werder la coppa di Germania 2006 e 2009 venendo eletto miglior giocatore della Bundesliga nel 2007, con il Porto il campionato 2006, il Mondiale per club e la Supercoppa 2004 nello stesso anno. Con il Santos si è aggiudicato il campionato brasiliano nel 2004 e 2002. Un idolo assoluto, Pelè, cresciuto come lui nel Santos: «Il calcio in persona, semplicemente». E l'Italia nel destino e nel cuore: gli spaghetti come piatto preferito, la macchinetta del caffè che faceva bella mostra di sé nella sua casa tedesca. Piccolo neo: ama viaggiare in Porche. E quindi: se le Fiat non gli piaceranno, a Vinovo sarà costretto a parcheggiare nell'area riservata alle auto della concorrenza. Dettagli, per il momento. E nessun dubbio sulla coesistenza con Del Piero: «Scendere in campo al fianco di giocatori bravi come Alessandro non è mai difficile. Io e lui non saremo un problema, ma la soluzione». Volontaria o no, è una citazione di André Gide, premio Nobel francese per la letteratura secondo cui «non ci sono problemi, ma soltanto soluzioni».
E comunque i guai saranno tutti degli altri, questo è il messaggio. Magari aumenteranno anche, visto che Marchionni e la Fiorentina si sono messi d'accordo e Felipe Melo - per 21 milioni cash, più l'intero cartellino dell'esterno di centrocampo - diventerà il terzo brasiliano della Juve targata Ferrara.
Diego resta seduto sul trespolo, racconta che «la Juve era la mia prima scelta fin dall'anno scorso» e Blanc gongola nel dire a tutti che «abbiamo fatto bene ad accelerare la trattativa, altrimenti Ribery sarebbe andato al Real Madrid e il Bayern Monaco si sarebbe gettato su Diego. E comunque ringraziamo il giocatore: la sua volontà è stata determinante».
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