Disoccupazione record Istat: sale all'8,5% In calo numero inattivi

Nei paesi dell'eurozona salgono i tassi di disoccupazione. L'aumento interessa anche l'Italia, dove il dato arriva all'8,5%. Cala però leggermente il numero degli inattivi

Disoccupazione record Istat: sale all'8,5% In calo numero inattivi

Disoccupazione in crescita nei Paesi dell'eurozona. Il tasso di disoccupazione fa segnalare un rialzo rispetto ai dati del 2010. In aumento anche il tasso su base annua, relativamente a entrambi i settori, sia quello maschile che quello femminile. La disoccupazione media, al 10,3%, segna un nuovo record dall'adozione della moneta unica.

Tra gli Stati membri, i tassi di disoccupazione più bassi si registrano in Austria (4,1%), Lussemburgo (4,7%) e Paesi Bassi (4,8%), mentre più in alto nella poco meritoria classifica ci sono la Spagna (22,8%), la Grecia (18,3%) e la Lettonia (16,2%). L'Italia si colloca a metà classifica, con il tasso di disoccupazione fermo all'8,5%.

Il numero dei disoccupati in Italia aumenta del 2,5% rispetto settembre, un dato quantificabile in 53mila unità e su base annua dell'1,8%, pari a 37mila unità. L'allargamento dell'area della disoccupazione riguarderebbe però solo il settore maschile. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-60 mila unità) rispetto al mese precedente. In flessione il tasso di inattività, al 37,8%, di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia su base annua.

In Europa la disoccupazione sembra aumentare rispetto al dato rilevato a ottobre 2010. Un calo si è verificato in 12 degli stati membri dell'Ue, mentre altri 15 sono stati interessati da aumenti. La flessione più consistente ha interessato la Lettonia, che è passata dal 16,1% all'11,3%, seguita da vicino da Litunia e Lettonia, che sono passate rispettivamente dal 18,3% al 15% e dal 19,3% al 16,2%.

Gli incrementi più sostanziali hanno riguardato invece la Grecia, passata dal 12,9% al 18,3%, la Spagna, dal 20,5% al 22,8% e Cipro, in

salita dal 6% all'8,2%.

Il tasso di disoccupazione su base annua del settore maschile, relativo all'eurozona, è salito leggermente dal 9,9% al 10%, mentre il settore femminile ha fatto segnare un aumento dal 10,4% al 10,6%.

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