Domestici filippini spacciatori di droga sintetica

Un'intera famiglia arrestata dai carabinieri perché utilizzava il lavoro solo per copertura. Il figlio vendeva ai ragazzini "ice", uno stupefacente più pericoloso della cocaina perché provoca danni cerebrali gravissimi

Un'intera famiglia di filippini, che come lavoro di facciata svolgeva lavori domestici ma in realtà era dedita allo spaccio di "ice" è stata arrestata a Milano a conclusione di due mesi di indagini.
Gli arrestati sono il padre L.R. 49 anni, che teneva i contatti con l'estero (Filippine e Medio Oriente), la madre L.F., 46 anni che custodiva la droga, teneva la contabilità e i contatti con "cavallini", i piccoli spacciatori che erano tutte donne e il figlio L.R.J., 25 anni che spacciava tra i ragazzini.
Nella loro abitazione in viale Monza i carabinieri hanno sequestrato 70 grammi di "ice", una droga sintetica ritenuta molto potente che «provoca danni cerebrali molto peggiori della cocaina», hanno spiegato i militari. Oltre a 10 cellulari e 6mila euro in contanti.
L'"ice", hanno spiegato, è una droga sintetica facile da importare perché sfugge ai controlli con i cani anti-droga. Si presenta in granuli, è inodore e si consuma riscaldandola e inalando i fumi con cannucce o senza.

È più costosa della cocaina: una dose costa 50 euro e da un grammo si ricavano fino a 40 dosi.
Già nel 2007, i carabinieri avevano condotto indagini che si erano concluse con il sequestro di tre chilogrammi e mezzo di "ice" e con 55 ordinanze di custodia cautelare.

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