nostro inviato a Milanello
Essere campioni del mondo e portare in giro le quattro stelle, anche in quei paesi che dal mondo sono fuori come le Far Oer, è come stare al governo e misurarsi con lopposizione ad ogni tornata elettorale. Al netto delle sconfitte, è una situazione che logora, sfianca, irrita. Tornata allalba di ieri, la nazionale si è data un mezza giornata di sosta, leggero allenamento intorno alluna e poi tutti liberi fino a ieri sera. Niente ritiro dunque, ma un tempo sufficiente perchè gli azzurri si guardassero in faccia e chiarissero, tra loro, il senso degli affondi rilasciati davanti alle telecamere nello stadiolo di Torshavn da Buffon e Cannavaro. «I soliti italiani, faciloni e superficiali» la scudisciata del numero uno; «Alla fine volevano andare tutti avanti per fare gol, senza capire che potevamo accontentarci del 2-0» la nitida istantanea del capitano: parole pesanti di protagonisti «pesanti» che hanno richiesto una spiegazione nello spogliatoio. Pare, infatti, che non tutti abbiano gradito. Tanto che il ct provvede a levare gas alle polemiche: «Buffon e Cannavaro li avete sentiti voi, io no. Comunque non esiste una squadra fatta da nove giocatori e altri due di unaltra parrocchia. Lautocritica è positiva, ma in campo cerano anche loro». Siamo tutti sulla stessa barca e visto lincrocio pericoloso di Kaunas sarebbe meglio rispettare lallineamento: è questo il senso dellintervento di Donadoni che decide di non replicare alle critiche tecniche sullo schieramento di sabato: «Non rispondo, ognuno può dire quello che vuole». Una formula discussa anche dalla squadra: i due centrocampisti vanno spesso in sofferenza tanto che Gattuso stesso avrebbe chiesto al ct di rivedere il modulo.
Così, dopo una partita non certo memorabile (e seguita in tv da quasi sette milioni di spettatori, share del 18,93), il ct derubrica gli impacci a difficoltà oggettive. Slegate, dunque, dalle sue scelte e dal comportamento dei singoli: «È indubbio che a livello inconscio qualcosa sia scattato nella testa dei giocatori, bastava un po più di determinazione e di lucidità e avremmo fatto 4-5 gol. Per questo non usciamo affatto ridimensionati da questa trasferta».
Da oggi, comunque, è Lituania. Il ct ritroverà Ambrosini e Zambrotta ma dovrà tener conto di tre diffide (Cannavaro, Gattuso, che di fermarsi però non ne vuol sapere, e lo stesso Zambrotta: «Valuterò il dettaglio, ma soprattutto la condizione fisica e mentale») perché non diventino squalifiche da scontare contro la Francia l8 settembre. «In Lituania spero di vedere 90 minuti da assatanati, ma con il cervello. Contro le Far Oer, la voglia di strafare ci ha fatto perdere la misura. Questo significa che a Kaunas la volontà dovrà essere accompagnata dal raziocinio».
Come sempre, incombe la questione Totti. La decisione del capitano giallorosso di non operarsi ha alzato il livello delle ostilità tra il ct e lattaccante. «Fatemi una domanda di riserva, io leggo sento e ascolto. Come voi. Altro non posso fare». Le convocazioni part time o una disponibilità a singhiozzo sono due condizioni che, solo a sentirle, vanno di traverso a Donadoni. Continuare a non parlarne però alimenta una fiera degli equivoci, gli stessi giocatori sono stufi del troppo risalto dato ai renitenti allazzurro.
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