Doppio stipendio agli assessori e 7,8 milioni di euro per i precari

RomaLa crisi è altrove. L’Italia è sotto sacrificio, l’Europa trema, ma la Sicilia non sente il vento della recessione, naviga in un mare dorato. O così almeno sembra dal comportamento che stanno tenendo gli amministratori della regione, sotto la guida di Raffaele Lombardo. La maggioranza barcolla, l’Udc due giorni fa si è sfilato, ma la difesa dei privilegi tiene, come la tutela dell’elettorato più prezioso: i precari e le loro famiglie.
Due dei provvedimenti usciti questi giorni dall’Assemblea regionale vanno esattamente in questa direzione: l’indennità degli assessori non viene toccata, nonostante un emendamento che chiedeva di alleggerirla, e si confermano in oltre per tre mesi ottocento precari in scadenza, in risposta al commissario di Stato che aveva bocciato ventiquattr’ore prima un faraonico piano di assunzione di 1200 persone.
L’emendamento, presentato da Pid (i transfughi dell’Udc), Udc e Pdl, con l’aggiunta del deputato Paolo Ruggirello, che ieri ha lasciato il Mpa per transitare al gruppo Misto, si riferiva agli assessori cosiddetti tecnici, non eletti. Questi assessori percepiscono ogni mese due indennità: una, quella di funzione, equiparata allo stipendio del vicepresidente dell’assemblea regionale, l’altra pari all’indennità di un parlamentare siciliano. L’emendamento prevedeva l’erogazione della sola indennità di funzione, abolendo quella «parlamentare». Se fosse stato approvato, il compenso degli assessori tecnici sarebbe stato ridotto da 14.200 euro a circa 4mila euro. La presidenza dell’Assemblea regionale ha dichiarato la norma «inammissibile». «La ripresenteremo - avverte Rudy Maira del Pid - magari all’interno di un disegno di legge organico sui costi della politica».
Sempre ieri l’assemblea regionale ha confermato il contratto di 800 precari che aveva fatto saltare sulla sedia il commissario dello Stato, Carmelo Aronica. Il prefetto chiamato a giudicare la legittimità costituzionale degli atti siciliani aveva impugnato il provvedimento prenatalizio dell’Assemblea che prevedeva la stabilizzazione di 800 precari e una corsia preferenziale per altri 400 all’interno di un nuovo mega-concorso da 800 posti. Un’assurdità, ha valutato il commissario, tenuto conto tra l’altro delle dimensioni già ragguardevoli della forza lavoro della Regione (20mila dipendenti). Aveva dunque fatto ricorso alla Consulta, soprattutto perché i cento milioni necessari alla stabilizzazione sarebbero irreperibili nel bilancio dei prossimi anni: nessuna copertura.
Ma ieri il governo siciliano ha presentato in aula un emendamento per prorogare per tre mesi i contratti degli ottocento. La copertura per questo intervento sono quasi 7,8 milioni di euro che trovano riscontro, è stato spiegato, nel bilancio pluriennale della Regione per il triennio 2011-2013. L’emendamento è stato approvato dall’aula.


Nella norma si chiarisce che gli ottocento sono «lavoratori altamente specializzati della Regione», tra cui i quelli della centrale operativa della Protezione civile, dell’agenzia regionale dei rifiuti e dell’assessorato al Territorio e ambiente. La Cgil applaude: proprio ieri il sindacato regionale chiedeva «una proroga dei contratti» in risposta al commissario.

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