Dramma Costa Concordia "C’era cocaina sui capelli del comandante Schettino"

La denuncia è del Codacons: i reperti sarebbero stati conservati male e forse inquinati. Giallo sui risultati delle perizie

Dramma Costa Concordia "C’era cocaina sui capelli  del comandante Schettino"

Capitan Schettino peggio del «famigerato» Uncino. Colpevole per antonomasia. Bombardato, silurato, «affondato». Non passa giorno che qualcuno non gli si scagli contro. Forse tralasciando di ipotizzare (almeno questo) che nella tragedia della Concordia possano aver recitato magari anche altri attori. Forse non meno colpevoli. C’è il rischio che alla fine il «degradato» comandante faccia perfino compassione.

L’ultimo siluro all’ormai ex capitano della Costa, arriva dagli agguerriti del Codacons, pronti all’abbordaggio a manca e tribordo. Prima in termini di mega risarcimenti per i naufraghi- è recente la class-action presentata ai giudici di Maiami (la società proprietaria della Costa è americana)-, ora pure sul fronte dell’inchiesta. Neanche la procura di Grosseto ha ancora ricevuto i risultati delle perizie ed ecco che il Codacons già le mette in discussione. Non è certo che il «vile» Schettino quella maledetta sera di gennaio non fosse anche drogato. L’associazione dei «consumatori organizzati» giudica infatti «inattendibile» il test sui campioni prelevati al comandante.

«I risultati delle analisi sui capelli, condivisi il 16 febbraio dal consulente della procura di Grosseto, professor Marcello Chiarotti con i consulenti del Codacons, - riporta un comunicato dell’associazione - hanno evidenziato la presenza di cocaina sui capelli e nell’involucro che li conteneva ma totale assenza di metaboliti della cocaina nei capelli dello stesso Schettino». Inoltre, le analisi, scrive sempre il Codacons, «accertano anche l’assenza di sostanze di abuso (alcol o droga, ndr) nelle urine, compresa l’assenza di benzodiazepine, che al contrario sarebbe dovuta essere presente nelle urine dal momento che Schettino aveva dichiarato di aver assunto ansiolitici».

Insomma il consulente di parte nominato dal Codacons, Settimio Grimaldi «ritiene inattendibili i risultati della perizia, a causa del cattivo stato di conservazione dei reperti e ha chiesto dunque nuove e approfondite indagini per capire da dove provenga la cocaina rinvenuta sui capelli di Schettino». Guerra tra periti, tanto per cambiare, come in ogni buon processo all’italiana. Dall’altra parte ribatte l’esperto nominato dalla Procura. «Gli accertamenti sui campioni biologici sono stati conclusi e hanno prodotto risultati analitici utili per rispondere con certezza ai quesiti posti. Gli esiti non lasciano alcun dubbio né alcuna nullità. La prossima settimana consegnerò la mia relazione secondo i tempi previsti».

Chiarotti non ha reso noti i risultati - «devo correttamente consegnare la relazione al magistrato»-, precisa. Escludendo però dubbi sul responso. Tracce di coca sui capelli? Ecco come le spiega l’esperto: «C’è stato un problema marginale, che non inficia assolutamente il risultato dell’analisi. Potremo chiarire questo problema successivamente. Chi lavora nel nostro settore sa che ci possono essere problematiche del genere».


Ieri, intanto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, d’intesa col commissario per l’emergenza Franco Gabrielli, ha convocato per il primo marzo all’Isola del Giglio un vertice. Si farà il punto sulla situazione. Il problema resta quello del recupero del relitto. Colosso da 112mila tonnellate.

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