Due romeni tentano di stuprare bimba di 6 anni

Il sindaco: «Quest’area è una bomba a orologeria che rischia di esplodere. Troppi immigrati, ci vogliono più carabinieri»

Bepi Castellaneta

da Foggia

L'hanno afferrata per portarla via, l’hanno anche schiaffeggiata per farla stare zitta ma lei ha trovato la forza di reagire e gridare: «Papà, aiuto», ha urlato quella bambina di sei anni, parole disperate che sono rimbalzate nel silenzio di un vicolo buio e deserto a Torremaggiore, piccolo centro agricolo di 17mila abitanti, a 37 chilometri da Foggia. Il padre ha sentito, si è avventato sui rapitori e grazie all’aiuto di un carabiniere che passava da quelle parti è riuscito a salvare la figlia e a riportarla in casa. Uno dei banditi è fuggito, l'altro è stato arrestato. È finito in carcere un clandestino romeno di 52 anni: si chiama Ion Nita, era senza documenti, quando è stato bloccato era ubriaco. La piccola non ha riportato ferite, ma era in stato di choc.
«Ci siamo spaventati, ma la bambina sta bene, adesso è tutto a posto», dice la madre mentre in una vasta fetta di Puglia prosegue la caccia all’uomo per rintracciare l’altro aggressore, anche lui romeno.
Gli investigatori non hanno dubbi: i soldi non c’entrano, non è stato un tentativo di sequestro a scopo di estorsione, i banditi non intendevano chiedere un riscatto: l’ipotesi più accreditata dai carabinieri è che invece all’origine ci sia un movente a sfondo sessuale e così prende consistenza lo spettro della pedofilia che ha fatto sprofondare nel terrore la provincia di Foggia.
Il fatto è accaduto intorno alle 11 di una serata torrida, in una stradina deserta. La bambina stava giocando davanti alla sua abitazione, una casa a un piano dietro un piccolo cancelletto in cortile. Il padre, un bracciante agricolo di 30 anni, era lì vicino, aveva sentito un rumore ed era uscito per vedere di che cosa si trattava; a quel punto sono arrivati i rapitori: i banditi hanno scavalcato, sono entrati, hanno afferrato la piccola, hanno tentato di bloccarla, ma la bambina si è messa a gridare. Il padre ha visto uno dei banditi che cercava di allontanarsi con la figlia, si è lanciato contro i rapitori; c'è stata una lotta, uno dei malviventi è fuggito, l'altro ha continuato a stringere la bimba ma alla fine ha mollato la presa. In quel momento passava un brigadiere dei carabinieri: il militare si è subito fermato, ha capito quello che stava accadendo e ha aiutato il bracciante a bloccare il romeno. La notizia si è sparsa tra i vicoli, è rimbalzata casa per casa e ha innescato la rabbia della gente. Il paese è diventato una polveriera, nel giro di pochi minuti sul posto si sono radunate diverse persone, che hanno cominciato a inveire contro l'aggressore: il rapitore ha rischiato il linciaggio, ma il carabiniere è riuscito ad ammanettarlo, caricarlo in auto e allontanarsi prima che qualcuno potesse farsi giustizia da solo. Il romeno era ubriaco e senza documenti, ma è stato comunque identificato grazie alle foto segnaletiche. Nessuna traccia invece del complice, le ricerche non hanno dato alcun esito ma gli investigatori sono ancora impegnati nella perlustrazione di queste vaste campagne dove nel periodo estivo si riversano migliaia di braccianti extracomunitari impiegati in particolare nella raccolta del pomodoro: 500 sono quelli regolari, ma i clandestini arriverebbero a 4mila, molti provenienti dall'Est europeo. E il sindaco di Torremaggiore lancia l’allarme: «Quest’area è diventata una bomba a orologeria che rischia davvero di esplodere», dichiara.

«Noi ci siamo sempre distinti per l'accoglienza e siamo una comunità pacifica, ma siamo di fronte a una vera e propria invasione, non solo nelle campagne ma anche nel centro storico, e il numero dei carabinieri è insufficiente, ci vogliono interventi rapidi, ci sentiamo isolati».

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