E adesso per riprendersi meglio scommettere su Usa e Paesi emergenti

In attesa di vedere come si comporteranno i mercati nelle prossime settimane, il piccolo risparmiatore può impostare alcune scelte d’investimento in ottica 2012. Scelte che, inevitabilmente, devono essere calibrate in funzione del proprio profilo di rischio e dell’orizzonte temporale che si può ragionevolmente assegnare all’investimento.
Profilo di rischio medio alto
Se il risparmiatore è abituato ad accettare un rischio elevato, che tradotto in pratica significa sopportare perdite anche del 20-30% in pochi mesi, le maggiori opportunità individuate dagli esperti per il prossimo anno risiedono a Wall Street e nei Paesi emergenti. Infatti, se per il Vecchio continente si profila per il 2012 una nuova recessione o, nella migliore delle ipotesi, una crescita piatta con i profitti aziendali in calo tra il 10% e il 15%, per le imprese Usa si stima un rialzo degli utili tra un minimo del 3% (calcolato da Goldman Sachs) fino a un massimo del 10% (elaborato da Thomson Reuters). Con un indice S&P500 di Wall Street a quota 1.260 punti, significa che oggi c’è più o meno uno sconto del 30% circa dei prezzi azionari Usa rispetto alla media storica.
Tra il fai-da-te e i fondi
Certo non tutte le società hanno le medesime prospettive, ma scegliendo per esempio titoli quali Apple, Coca Cola, Ibm, Exxon, Johnson & Johnson, Pfizer, McDonald’s, Wal Mart che hanno superato con slancio la recessione mondiale del 2008-2009, non si dovrebbero correre eccessivi pericoli: ancora meglio un Etf che replica l’andamento dell’indice S&P500 o un buon fondo comune azionario che diversifica il portafoglio su decine di titoli made in Usa. Per chi invece ha un profilo di rischio ancora superiore e, soprattutto, può avere pazienza per almeno i prossimi 5 anni, sono interessanti anche i mercati emergenti che, dopo la correzione del 17% nel 2011, sono ora convenienti: in questo caso, però, è consigliato l’uso soltanto di Etf o di fondi azionari specializzati.
Profilo di rischio medio basso
Per chi infine non intende correre i rischi tipici dell’investimento borsistico e nemmeno quelli dei titoli di Stato italiani ed europei, la prima scelta è quella delle obbligazioni societarie. In particolare delle imprese che hanno saputo aumentare le entrate, ridurre le spese, allungare le scadenze dei propri debiti, incrementare la liquidità disponibile e che, spesso, mostrano anche una forte esposizione ai mercati internazionali più dinamici. Secondo gli esperti rientrano in questo elenco i bond delle società quali Enel, Eni, Telecom Italia, Luxottica, Fiat, Mediaset, A2A, Lottomatica, Campari, Piaggio. Ma attenzione. Non va mai dimenticata la lezione dei crac Cirio e Parmalat: investire in singoli titoli o, anche in due o tre di essi, espone al rischio di insolvenza dell’emittente con la conseguenza di poter perdere tutto o buona parte dell’investimento.


La soluzione, anche in questo ambito, è optare per un Etf o un fondo comune specializzato sui bond societari: anche con un modesto capitale (sono sufficienti meno di mille euro) è possibile diversificare l’investimento su centinaia di titoli, abbattendo così in modo drastico il rischio del fallimento di uno o più emittenti.

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