E Boston nella Nba prepara il delitto perfetto

Lakers in affanno: Celtics a una sola vittoria da quel titolo che inseguono da 22 anni

Allo Staples Center di Los Angeles è sempre pieno di attori, registi e volti noti del cinema, ma tra tutti non c'è stato verso di produrre un copione decente per i padroni di casa, i Lakers, che hanno toppato i primi due ciak della finale Nba a Boston, completato il terzo con qualche sbuffo ma hanno abbandonato il set troppo presto, nel quarto, permettendo alle presunte comparse di rubare loro la scena. In parole povere, in vantaggio di 24 punti a metà del terzo periodo della quarta partita, i Lakers sono spariti, facendosi rimontare e perdendo 97-91.
Il che vuol dire che domenica notte i Boston Celtics, vincendo ancora a Los Angeles, conquisterebbero il titolo Nba, il diciassettesimo della loro storia. E del resto non era scritto da nessuna parte, nemmeno in quel metaforico copione, che dovessero essere i Lakers a recitare i ruoli principali. Anzi. I Celtics avevano vinto più partite di tutti in regular season (66), hanno un numero maggiore di giocatori decisivi, difendono meglio ed hanno interpretato - appunto - meglio degli altri il ruolo di squadra in missione speciale, quella di riportare il titolo Nba a Boston a 22 anni di distanza dall'ultimo.
Però per motivi inspiegabili molti commentatori avevano concentrato i loro pronostici sui Lakers, forse convinti dalla strepitosa stagione di Kobe Bryant, forse dalla facilità con cui i gialloviola avevano superato San Antonio nella finale di conference nonostante quella che era parsa una eccessiva accondiscendenza arbitrale verso la dura difesa degli Spurs contro lo stesso Bryant.
Dall'altra parte i Celtics avevano perso tutte le partite di playoff in trasferta fino alla finale della Eastern contro Detroit, ma non avevano mai sbagliato le gare decisive. Eppure, trasportata dal capitano Paul Pierce, che le caratteristiche da storia di lusso della finale le ha proprio tutte (nato a L.A., cresciuto vicino al vecchio Forum, tifoso Lakers che odiava i Celtics, unico superstite dei peggiori anni biancoverdi), Boston ha sminuzzato la difesa ospite nelle due gare casalinghe ed ha mostrato in quella superba rimonta di gara4 di avere una solidità ed uno spirito che forse mancano ai rivali. Se poi dovessero vincere i Celtics, magari già domenica, ci sarebbe un'altra curiosità: il loro allenatore Doc Rivers non ha mai goduto della stima degli addetti ai lavori, eppure è lì, mentre un altro molto criticato, Byron Scott, anche lui ex giocatore, ha sfiorato la finale di conference alla guida di New Orleans.

Non sarà mica il segnale che contano di più i giocatori che hai in campo? Phil Jackson, l'allenatore dei Lakers, che di titoli ne ha vinti nove ed è invece ritenuto un genio, ha ancora una possibilità di dimostrare che non sempre va così. Una sola però.

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