E in carcere si balla per la libertà

Dalla Sicilia al Veneto, l’esultanza tra le sbarre. Il boato di Regina Coeli e la compostezza di San Vittore. A Roma saranno scarcerate mille persone

Barbara Benini

da Milano

Riecheggiano grida di gioia nelle carceri italiane, da Nord a Sud, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Lombardia al Lazio, passando per il Veneto e l’Emilia-Romagna. L’approvazione al Senato del ddl sull’indulto ha subito scatenato le reazioni soddisfatte non solo di chi questa riforma ha fatto approvare, ma anche dei diretti beneficiari del provvedimento, i detenuti.
A partire da Roma, dove il carcere di Regina Coeli è letteralmente esploso in un boato di gioia, simile a quello che ha accolto la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio. I circa 900 detenuti del penitenziario di via della Lungara, nel cuore di Trastevere, hanno accolto con entusiasmo la notizia, e ne hanno motivo: secondo le stime dell’istituto di pena, il ddl permetterà l’immediata scarcerazione di 154 detenuti e poi, man mano che si arriverà alle sentenze definitive, a quella di metà degli attuali carcerati di Regina Coeli. In tutto, circa 450 persone. E anche l’altro carcere romano, Rebibbia, ha visto scene analoghe. In particolare, la sezione femminile si è scatenata in musica e balli, mentre in quella maschile i prigionieri facevano risuonare il tintinnio tipico della battitura delle sbarre. Da Rebibbia il provvedimento approvato definitivamente ieri metterà in libertà metà delle 410 donne attualmente detenute e permetterà anche di fare uscire 18 bambini al di sotto dei tre anni che finora sono rimasti in carcere con le madri. Nella sola capitale, circa 1.000 persone, un terzo di tutti i detenuti delle prigioni romane, beneficerà del provvedimento. Hanno scandito slogan, accompagnati da grida di gioia, i detenuti del penitenziario torinese delle Vallette, le cui porte si spalancheranno per oltre 400 delle 1.360 persone recluse.
Scene analoghe anche in alcune carceri venete: a Verona, nella casa circondariale di Montorio, dove sono recluse circa 700 persone, la notizia è stata accolta con applausi e oggetti battuti contro le sbarre. Manifestazioni più contenute nei due istituti di Venezia, il maschile a Santa Maria Maggiore e il femminile alla Giudecca. E anche nel carcere milanese di San Vittore i detenuti, che pure hanno accolto con gioia la notizia dell’indulto, non si sono lasciati andare a reazioni di particolare entusiasmo, così come nel penitenziario bolognese della Dozza, che ospita complessivamente oltre mille detenuti.
Esultanza da stadio, viceversa, nei due penitenziari palermitani dell'Ucciardone e del Pagliarelli, dove i detenuti hanno sfogato la loro gioia con urla e oggetti sbattuti contro le sbarre. Solo al Pagliarelli, in cui sono recluse 1.300 persone, l’approvazione definitiva del disegno di legge aprirà le porte del carcere a circa 350 persone. In 150 lasceranno, invece, l’Ucciardone.
Ma le dimostrazioni di gioia non sedano la polemica.

Giovanna Maggiani Chelli, portavoce dell’Associazione tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili critica aspramente il provvedimento: «Riteniamo sia stato dato un segnale positivo alla mafia e sia stata compiuta un’azione di assoluta mancanza di rispetto verso i nostri morti e i nostri feriti».

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