E la Chiesa aspetta al varco la «Cosetta bianca»

Grande centro, Cosa bianca, Casa comune... La fuoriuscita anticipata di Francesco Rutelli dal Pd all’indomani dell’investitura di Bersani ha riacceso i movimenti al centro. Il Vaticano come la Chiesa italiana stanno a guardare, ben sapendo che sono ormai definitivamente tramontati i tempi del «partito cattolico». Ma è indubbio che nella base, tra i movimenti e le associazioni, il manifesto rutelliano è guardato con curiosità. La nuova Cosa bianca conquisterà gli elettori cattolici? Guarderà a destra o a sinistra? «La domanda è malposta - spiega al Giornale Wilma Mazzocco, firmataria del manifesto di Rutelli e presidente di Federsolidarietà, che rappresenta le cooperative e le imprese sociali aderenti a Confcooperative - perché bisogna partire dai contenuti sui quali l’interesse del mondo cattolico rimane alto. E tra i problemi che attendono una risposta - continua - c’è innanzitutto l’emergenza educativa, della quale la politica anche partitica deve occuparsi. Pensiamo poi alle risorse da destinare ai servizi per l’infanzia - gli asili nido - e ai luoghi di socializzazione per i giovani del Sud; pensiamo al sostegno al volontariato o alle nuove povertà...».
Wilma Mazzocco afferma di aver ricevuto ormai migliaia di email da tutta Italia che manifestano interesse per la nuova iniziativa politica che «vuole mettere al centro un modo serio e rigoroso di far politica, avendo la laicità, il dialogo e il confronto costruttivo come metodo». E sui temi eticamente sensibili, che riguardano la vita e la morte? «Per quanto mi riguarda la vita deve essere al centro di ogni dinamica politica».
Non vuole parlare di partiti vecchi e nuovi né di alchimie politiche Edo Patriarca, segretario delle Settimane Sociali del cattolici: «Sto girando molto per l’Italia in questo periodo e ho potuto constatare ancora una volta che c’è un grande fermento di opere, di creatività e di impegno. Il nostro mondo ha ancora una visione nazionale e una prospettiva da offrire. Per questo - spiega - ha bisogno di convergere su alcune questioni per aiutare il Paese a uscire dalla crisi in cui si trova. È il momento di un nuovo appello ai liberi e forti, come quello di don Sturzo». Tra le emergenze segnalate da Patriarca la «questione antropologica» com’è stata tracciata da Benedetto XVI nella Caritas in veritate: «Le grandi questioni della bioetica e le grandi questioni sociali. Inoltre, non bisogna dimenticare l’emergenza educativa: abbiamo bisogno di una scuola che premi il merito. Abbiamo bisogno di rinnovare il welfare a misura della famiglia, come pure di riscoprire fino in fondo la vocazione degli imprenditori a essere buoni imprenditori, perché la ricchezza può essere ridistribuita se c’è chi la produce pensando al bene comune. Insomma, la sfida per noi, al di là dei partiti e degli schieramenti, è quella di convergere sulla dottrina sociale della Chiesa».
Per quanto riguarda gli uomini vicini a Comunione e Liberazione impegnati in politica, è nota la loro militanza nel Pdl e nell’Udc, mentre la Compagnia delle Opere e il Meeting di Rimini hanno sempre avuto un buon rapporto con il nuovo segretario Pd Bersani. Non risulta altrettanto feeling con Francesco Rutelli. Mentre è noto che altre importanti componenti dell’associazionismo cattolico ritengono interlocutori più naturali i «cattolici democratici» presenti nel Partito Democratico.
E c’è anche chi invita esplicitamente alla prudenza di fronte all’iniziativa di Rutelli. Tra questi, il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, che sta preparando il congresso nazionale in programma a dicembre: «Credo che i cattolici si debbano ritrovare attorno ad alcuni valori, non attorno a formule politiche, e che debbano prendere le distanze dai continui “aggiustamenti” di rotta e dalle alchimie che rischiano di apparire strumentali». Il riferimento è alla nuova Cosa bianca dell’ex sindaco di Roma? «Sì. Rutelli una volta sembra voler creare uno spazio per i teodem, altre volte fa riferimento a tradizioni diverse, aggregando Massimo Cacciari... ». «Insomma - continua Costalli - anche se riceviamo dal mondo politico sollecitazioni a schierarci, credo che prima di innamorarci dovremmo sapere che cosa pensa e che cosa propone il nuovo partito su temi come il testamento biologico, ad esempio.

Per noi la questione antropologica, i valori non negoziabili, sono una priorità. Siamo per una laicità che non sia laicismo. E poi non dobbiamo dimenticare che ci sono ministri del Governo che si stanno muovendo bene, come Sacconi».

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