Tra Comune e Provincia ventanni possono bastare. Minuto più, minuto meno. E ora Lorenzo Dellai, per un paio di lustri alla guida dellamministrazione di Trento e dal 99 al timone della Provincia con qualche interludio in sella alla Regione, guarda lontano dalle «sue» verdi vallate alpine. Il sogno si chiama Roma e adesso che il centrosinistra sembra sgretolarsi forse è il momento buono. Il Pd versione rosso fuoco made in Bersani non piace a tutti e Rutelli ha già lanciato il suo «chi mi ama mi segua». Dellai, con Tabacci, Cacciari, lex ministro Linda Lanzillotta e altre celebri figurine del centro più che di sinistra, hanno già simpatizzato per quella «Cosa bianca» che con lUdc dovrebbe essere lalternativa al centrodestra e alle compagini di Bersani. «Vedo bene la sua nomina a segretario - chiosava proprio Dellai - perché svela la vera natura politica del Pd. Ciò dimostra però la necessità di una forza rappresentativa per chi non si riconosce in questa visione socialdemocratica».
Dellai insomma guarda lontano e se la cordata progressista traballa, la sua poltrona trentina non è da meno. Il presidente vanta infatti un ottobre «caldo» con due brutte gatte da pelare. La prima, peraltro già nota, riguarda le presunte irregolarità (peraltro non addebitabili direttamente a Dellai) legate allinfrazione dellarticolo dello statuto che prevedeva elezioni contemporanee a Trento e Bolzano. Circostanza che nel novembre 2008 non è accaduta e guardacaso dalla competizione fu esclusa lUdc, allepoca alleata di Dellai. Il ricorso della Fiamma tricolore è sul tavolo del Consiglio di Stato: Dellai non ha colpe ma, se ai ricorrenti fosse data ragione, potrebbe saltare.
Non basta: ora unaltra miccia è accesa sotto la sua poltrona: il 26 novembre, due giorni prima che il presidente spenga 50 candeline, il tribunale dovrà esaminare il ricorso di un cittadino vicino alla Lega Nord convinto dellineleggibilità di Tiziano Mellarini, 54 anni, assessore allagricoltura, foreste, turismo e promozione. Questi presiede infatti Trentino spa, società con capitale maggioritario in quota alla Provincia. Insomma, secondo il ricorso, sarebbe ineleggibile e incompatibile, gestendo un budget valutato intorno ai 25 milioni di euro che egli si farebbe dare in veste assessorile e amministrerebbe come presidente di Trentino spa.
Delle due infrazioni, spiegano alla Lega Nord, quella di incompatibilità sarebbe stata già risolta dallo stesso Dellai, «abilissimo nel far passare un emendamento ad personam cucito su misura per Mellarini e che il Consiglio ha approvato senza fiatare e forse senza accorgersi. Resta tuttavia il requisito di ineleggibilità che ora potrebbe estromettere Mellarini se il tribunale dovesse dar ragione ai ricorrenti». E anche Dellai potrebbe pagarne il conto.
«Parlano tutti di conflitto di interessi a senso unico nei confronti di Berlusconi - dice Franca Penasa, consigliere provinciale della Lega a Trento -, ma non pensano che il centrosinistra ha i suoi begli scheletri nellarmadio e sarebbe ora che qualcuno li tirasse fuori».
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