E l’America fa affari d’oro con Barack

E l’America fa affari d’oro con Barack

I più contenti, si vocifera a Washington, sono i baristi. Che, con l'orario di apertura allungato in tutto il Columbia District, fanno affari d'oro, fra turisti e cittadini entusiasti dell'arrivo di Obama. Tutti assieme fino alle cinque del mattino, tutti pronti per l'insediamento di domani. Una cerimonia per cui tutti gli States si sono fermati, quasi col fiato sospeso, galleggiando fra la preoccupazione per gli effetti della crisi finanziaria e la speranza che le cose cambino presto. «Di solito non bevo fino alle cinque del mattino - ha scherzato con i reporter del Washington Post Brandon Gray, giovane ingegnere -. Ma se c'è un momento in cui festeggiare è questo».
Perché gli elettori di Obama, il suo popolo, i quasi due milioni di persone che domani cammineranno nelle fredde strade della capitale, gli altri milioni che invece l'inaugurazione la seguiranno in televisione, lo sanno. Sanno che poi ci sarà da lavorare per sistemare tutto quello che secondo loro non va. Ma per ora, nel momento della festa, a lavorare sono altri. È il canale di televendite Qvc, per esempio. «È la migliore inaugurazione che abbiamo mai avuto - ha detto il vicepresidente del network, che raggiunge 98 milioni di telespettatori - Il nostro dovere sarà consentire a chi non sarà a Washington di sentirsi partecipe di questo evento». Per questo trasmetterà in diretta la parata e l'inaugurazione, abbinandole alle sue televendite: e allora per tutti ci saranno mezzi dollari con l'effigie del quarantaquattresimo presidente a 12 dollari e mezzo, stampe speciali da 38 dollari, e poi orologi, palle, magliette. O, per chi preferirà seguirla sul network Nbc, se si farà convincere dal merchandising, ci sarà il documentario «Yes we can! The Barack Obama story»: 19 dollari e 90 per ripercorrere la lunga cavalcata delle primarie e per avere sempre sotto mano i discorsi del proprio leader preferito.
E se chi ha potuto recarsi a Washington non avrà dubbi su cosa fare, visto che tutti i giornali, compreso l'austero Wall Street Journal, si sono profusi in consigli e in guide per godersi la città, chi non ha potuto arrivare nella capitale per vedere l'insediamento dal vivo potrà comunque goderselo da ogni angolazione. Se i primi infatti vagheranno fra i musei della città, andranno alla gigantesca Libreria del Congresso, visiteranno il teatro dove fu assassinato Lincoln o andranno a vedere il fast food dove Obama si è fermato a mangiare un panino, già diventato luogo di culto, chi lo guarderà in tv potrà scegliere fra le decine di canali che trasmetteranno l'evento. I canadesi, invece, lo guarderanno dalla loro ambasciata, che per l'occasione ha ricoperto parte della sua facciata con un tendone con ricamata una foto del prossimo presidente.
E proprio dal Canada è arrivato uno dei gadget più buffi: rotoli di carta igienica del prossimo presidente. «Non sono da usare - ci ha tenuto a precisare Jeremy Rupke, l'ideatore -. L'inchiostro è tossico». Ma comunque il successo che sta avendo l'articolo non è minimamente comparabile con i saponi di Obama: ne esistono di ogni forma e foggia: dalla semplice saponetta con scritto «Questo è il nostro momento per ripulire l'America», in vendita a meno di 10 dollari, al set da 8, che invece ne costa 45.

E nella febbre dell'inaugurazione, con milioni di persone che vogliono sentirsi vicine al prossimo inquilino della Casa Bianca, dalle stazioni della metropolitana ai negozi online i gadget sono migliaia e il giro d'affari è impressionante. Il mandato di Obama per gli americani è già iniziato e il presidente sta già stimolando l'economia.

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