E Milano per quattro giorni scende in piazza contro il carospesa

Quattro giorni per parlare di consumo consapevole, risparmio e diritti dei consumatori. Ma anche uno sciopero della spesa, indetto per domani. Dialogo e strenua opposizione. È la risposta dei milanesi - che spendono in media, ogni mese, 2.152 euro - ai rincari dei beni di prima necessità annunciati per le prossime settimane. La maggior parte dei cittadini non è attenta ai prezzi: quando va a fare la spesa acquista senza comparare i costi. In molti casi non li conosce neanche. Per questo Provincia, Camera di commercio e diverse associazioni di consumatori hanno organizzato, fra Milano e Rozzano, i Consumers day: quattro giorni dedicati a dibattiti - su temi come carovita e diritti dei consumatori - ma anche momenti di spettacolo (testimonial dell’iniziativa sono i comici Zuzzurro e Gaspare).
Da domani al 16 settembre, quattro piazze (piazza Mercanti, piazzale Mario Pagano, piazza Gramsci e piazza Alboreto, a Rozzano) saranno al centro dell’iniziativa. L’obiettivo è mobilitare tutte le parti sociali, consumatori e associazioni, commercianti, agricoltori, istituti di credito, società di trasporto, associazioni di categoria e consigli di Zona, coinvolgendoli in un confronto aperto sui temi legati al consumo. Inoltre, grazie a un accordo con Federdistribuzione, la catena «Unes» applicherà, nei giorni della manifestazione, uno sconto del venti per cento su tutti i prodotti con il proprio marchio. «Siamo davanti a un nuovo percorso da un punto di vista economico e sociale - spiega l’assessore provinciale alla Tutela dei consumatori Francesca Corso -. Si tratta della prima esperienza di triangolazione fra Provincia, Camera di commercio e associazioni di consumatori, ma intendiamo trasformare questo evento in un appuntamento fisso».
Per difendere i consumatori da aumenti ingiustificati - soprattutto le fasce più deboli - l’amministrazione provinciale è impegnata in quattro progetti. Innanzi tutto, definire un paniere di beni di largo consumo da vendere a prezzi ridotti, almeno durante la quarta settimana di ogni mese. E poi, creare un marchio di riconoscimento per gli esercenti che aderiscono al ribasso dei costi, costituire un focus per monitorare le tariffe e, infine, attivare forme di vendita legate a una filiera territoriale per dare maggiori sbocchi alle produzioni locali. «È una campagna seria fra le tante poco convincenti - spiegano Zuzzurro e Gaspare - è per questo che abbiamo deciso di esserne testimoni. Crediamo sia importante educare la gente a fare la spesa bene, senza farsi prendere in giro. È assurdo che un pollo costi a Milano un euro e mezzo in meno rispetto a Piacenza. Siamo di fronte a situazioni a dir poco paradossali».


Proprio per questo, è stata già chiesta formalmente al governo una riduzione del cinque per cento sui prezzi - «percentuale destinata ad aumentare con il tempo», assicura Corso -, mentre domani le associazioni di consumatori invitano all’astensione dall’acquisto di caffè, pasta, latte e pane. Prodotti che, nelle prossime settimane, saranno soggetti ad aumenti dei costi.

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