E sotto sotto la Lega fa il tifo per l’Italia

La Lega ce l’ha sempre duro, per carità, più duro che mai, però, davanti alla partita di pallone, luogo mitologico della fantasia maschile, anche il padano più padano recupera in un nanosecondo i riflessi da italiano medio (absit iniuria verbis), e si ritrova subito con in mano il telecomando, la birra Peroni ghiacciata e una trombetta da stadio. Perché alla fine, va bene Alberto da Giussano, gloria eterna all’autodeterminazione dei popoli, al dio Po e all’angelo Ticino, ma vuoi mettere Italia-Brasile con Kurdistan-Regno delle due Sicilie, Occitania-Provenza o Padania-Lapponia? Tuttavia, per tradire la corazza da combattenti anti-risorgimentali duri e puri, ci voleva (come sempre quando si tratta di tradimenti) una donna. Nella fondamentale esternazione con cui Eliana Cartella, barista in Castel Mella, Brescia, aspirante modella e fidanzata di qualcuno purché famoso, ha fatto sapere al mondo di non voler convolare a nozze con Renzo Bossi, rivelando nel mentre un particolare sconvolgente: pare che la Trota, in situazione domestica e protetta da orecchie indiscrete, tifi addirittura per la nazionale di calcio italiana. La notizia, che riportiamo come indiscrezione, sembra surrogata da evidenze eleggibili a prova: «Ve lo dico io che lo conosco - ha affermato senza tema di smentita la Cartella -, Renzo farà il tifo per l’Italia, perché è italiano come tutti», e su questo le fonti sembrerebbero concordare.
E adesso? Che farà la Lega, proprio ora che ha lanciato una campagna contro gli stipendi degli azzurri? Arriverà una smentita della Cartella da via Bellerio, dopo un vertice tra Bossi, Maroni e Calderoli? Bossi jr controsmentirà se stesso, dopo aver detto di non aver mai detto a Vanity Fair di snobbare l’Italia ai Mondiali, ritornerà sui suoi passi per rettificare la pulzella bresciana e unirsi al padre nel fare proseliti, piuttosto, per la nazionale Padana in finale ai Popoli senza nazione? È questo, insieme al codice delle autonomie e al federalismo fiscale, un tema da affrontare ai massimi livelli del Carroccio.
Anche perché il contagio di italianite sembra dilagare tra i padani. E c’è di mezzo un pezzo grosso come Maroni, che non si fa nemmeno fregare dalla fidanzata, ma lo dice lui stesso, pubblicamente: tiferà per l’Italia, e spera pure che vinca ancora, come nel 2006. Qui la base può spaccarsi, il dibattito è aperto, la Padania freme in attesa di un responso al dilemma federalista: tifare o gufare? Il popolo del Nord, trepidante, aspetta. Nel frattempo basta anche del burro per risvegliare una scintilla di patriottismo tra un fazzoletto verde e una rosa camuna. O, per lo meno, di sana antipatia antifrancese. Come è successo al pur vigile capogruppo della Lega in commissione Finanze a Montecitorio, Maurizio Fugatti.

Appena si è accorto che alla buvette servivano il «Beurre gastronomique President» invece di quello italiano, è sbottato: «Ecco, i mondiali di calcio non sono nemmeno iniziati e la Francia ci ha già segnato un gol!». Ci scommettiamo, ha già messo nel freezer una Peroni gigante.

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