Domani compie 18 anni, sua sorella è campionessa olimpica, lui non cambia vita. Vuole fare il barman, come il padre. Alessandro Pellegrini è il fratello minore di Federica, frequenta la scuola alberghiera, è in stage al Gran Caffè Florian, in piazza San Marco, uno dei locali più prestigiosi non solo di Venezia. «In casa ho due leoni», dice papà Roberto, piemontese d’origine. Intende il segno zodiacale dei figli e pure il carattere.
Alessandro, lei non nuota?
«L’ho fatto sino alla seconda media, poi ho mollato, per giocare a calcio e a tennis. Avevo ripreso ma non a livelli agonistici. Ora tornerò di nuovo al pallone, molto probabilmente con amici, nella squadra juniores dello Spinea, come portiere».
L’immagine che abbiamo di Federica è di una piccola belva, in acqua e nella vita. È così anche in famiglia?
«Tutto il contrario, con me è sempre stata buonissima. Quando viene a casa mi dice “Dai, andiamo a Mestre, a fare un po’ di shopping”. Dall’estero mi porta sempre un regalo, in genere maglie delle squadre di calcio».
La sua giornata tipo?
«La mattina si allena, nel pomeriggio dopo pranzo si prende 2 ore di sonno per rilassarsi. Poi andiamo fuori a fare un giro. La sera magari mangiamo fuori al ristorante, oppure ci guardiamo un film: lei è appassionata di horror. Oppure, se è tranquilla, esce per la discoteca. In genere andiamo in vacanza a Jesolo, una, due settimane: la più bella 5 anni fa, cinque giorni in Toscana».
Per quale squadra fate il tifo?
«Tutti e due la Juve. È stata con Luca Marin al comunale di Torino, a seguire la partita con il Milan, la scorsa primavera (3-2). Io sono più piccolo, non sono mai potuto andare: quest’anno, magari, mi accompagnerà papà. Guai a chi mi tocca i bianconeri».
Da sorella maggiore come si comporta?
«Ogni tanto la pagavo perché mi facessi i temi... Nel tempo libero va in palestra o studiava. È ancora iscritta all’università di Padova, psicologia: nell’ultimo anno è rimasta ferma, presto riprenderà».
Com’è nata la passione di Federica per l’acqua?
«Intanto c’è la nostra venezianità. Poi mamma Cinzia fa la segretaria nella piscina dove entrambi nuotavamo (alla Serenissima di Gazzera, Mestre, ndr)».
In comune cos’avete?
«Un bel tatuaggio, con la scritta “Nient’altro che noi”: io sul fianco destro, lei sotto il tribale che ha sul fondoschiena. Per il compleanno mi regala la macchina, me l’ha promessa: Fede ha una 500, omaggio della Fiat».
Con Marin è diventato amico?
«Amico è una parola grande. Diciamo che lo conosco, lo vedo ogni tanto, a qualche gara. A casa nostra, a Spinea, è venuto un paio di volte, siamo usciti una sera tutti quanti assieme».
Possiamo considerare sua sorella la più importante sportiva italiana, dai tempi di Sara Simeoni?
«Credo sia l’atleta più rappresentativa d’Italia, non solo del Nord-Est. Si sottopone ad allenamenti di otto ore al giorno, sta sempre in acqua: un calciatore cosa fa, in confronto? Tocca la palla qualche volta, 90 minuti la settimana. Lei quasi ogni weekend disputa 4-5 gare, tutti i giorni fa doppia seduta».
Rispetto a 4 anni fa pare cambiata molto.
«Secondo me è migliorata, grazie al nuovo amore.
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