Arriva la fumata bianca sul Mes: Eurogruppo trova accordo su riforma

I ministri delle Finanze dell'Ue hanno trovato un accordo sulla riforma del Mes. L'intesa contiene anche il backstop per il fondo salva-banche che entrerà in vigore dal 2022

Arriva la fumata bianca sul Mes: Eurogruppo trova accordo su riforma

La prima fumata bianca è arrivata: stando a quanto riferito da un portavoce di Bruxelles, l'Eurogruppo ha raggiunto un accordo definitivo sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). La serata è stata particolarmente prolifica, visto che i ministri delle Finanze dell'Unione europea avrebbero anche trovato un'intesa sul backstop, ovvero sulla rete di sicurezza per il settore bancario in stato di crisi. Ma i riflettori erano tuttavia puntati sul Fondo salva-Stati, per il quale si dovrebbe introdurre il salvagente finanziario di ultima istanza dal 2022 e non dal 2024.

La riforma del Meccanismo europeo di stabilità

Tra le prime voci a esprimere soddisfazione al termine della riunione dell'Eurogruppo troviamo Olaf Scholz. Il ministro tedesco delle Finanze non ha usato mezzi termini per descrivere l'esito delle trattative: "Ci sono decisioni, soprattutto a livello europeo, che suonano così tecniche che all'inizio è difficile vederne l'impatto politico. L'accordo odierno sulla riforma del sistema di salvataggio europeo Mesè una di queste decisioni". E ancora: "La riforma del MES rafforza l'euro e l'intero settore bancario europeo. Perchè stiamo rendendo la zona euro ancora più solida contro gli attacchi degli speculatori".

Tra i punti salienti la scelta di anticipare di due anni il backstop per il fondo di regolamento delle banche, "rendendo così le banche europee più a prova di crisi" e "sostenendo l'economia reale", ha aggiunto Scholz. "Dopo tutto - ha concluso il ministro tedesco - un settore bancario stabile è un presupposto importante per la crescita e l'occupazione in Europa. Al tempo stesso, continuiamo a ridurre i rischi sui bilanci delle banche. Tutto questo è un'ottima e importante notizia per le nostre aziende e per i cittadini europei".

Le novità

Le novità consistono nel ruolo maggiore del Mes nell'analisi della sostenibilità del debito di un Paese che ne chiede l'intervento, senza però che ci sia un meccanismo automatico. La decisione sulla valutazione della sostenibilità del debito di un Paese viene comunque presa all'unanimità. Non ci sono scambi tra intervento Mes con i prestiti e ristrutturazione del debito sovrano e il coinvolgimento del settore privato nella eventuale ristrutturazione del debito resta circoscritto a casi eccezionali.

Non ci sono misure aggiuntive sulla riduzione dei rischi delle banche per l'Italia (sui quali puntava il fronte del Nord): lo ha indicato il ministro Gualtieri. Nel rapporto Ue viene indicato che i crediti deteriorati sono stati ridotti in misura notevole (l'analisi precede lo scoppio della pandemia) e che lo sforzo per ridurli deve continuare. Quanto ai prestiti per la pandemia, anche il M5S si è piegato - volente o nolente - alla fine all'evidenza che non c'è alcuna relazione tra la filiera dei prestiti classici sulla base della condizionalità macroeconomica e quella creata, appunto, per fronteggiare le conseguenze finanziarie del Covid-19.

"L'accordo che abbiamo raggiunto sul trattato Mes e sull'introduzione del backstop sono ottime notizie per la sicurezza, la stabilità e la resilienza della zona euro", ha spiegato il commissario all'Economia Paolo Gentiloni. "Non siamo ancora alla fine, rimane la firma del trattato e la procedura di ratifica, ma oggi abbiamo compiuto un passo determinante grazie alla volontà dei ministri di raggiungere l'obiettivo", ha quindi aggiunto l'ex premier.

I prossimi passi

A questo punto, ora che l'accordo sulla riforma è stato trovato, il prossimo step, presumibilmente a gennaio, consisterà nella firma del trattato per poi lanciare le varie operazioni di ratifica a livello nazionale. Paschal Donohoe, presidente dell'Eurogruppo, ha sottolineato anche l'adozione della "rete di sicurezza con due anni di anticipo rispetto alla data prevista" per affrontare al più presto "i rischi sistema bancario".

Dopo il via libera dell'Eurogruppo, si prevede saranno i capi di Stato e di governo della Ue nella riunione fra dieci giorni a dare la conferma politica dell'ok al trattato rivisto sul Mes che sarà firmato a fine gennaio. Dopodichè toccherà agli Stati ratificarlo con voti parlamentari. Nei giorni scorsi sull'Italia è stato fatto un forte pressing politico affinchè fosse certo che nella riunione di oggi fosse ritirato lo stop alle mosse finali per attuare quanto concordato da un anno sulla riforma del Mes.

Riforma che prevede, come detto, la nuova missione di backstop per la risoluzione in ultima istanza (sarà usato solo se uno Stato non avesse più risorse nazionali per far fronte agli oneri della liquidazione ordinata di un gruppo bancario e ovviamente dopo le normali procedure del bail-in, cioè del salvataggio interno dell'istituto di credito in questione).

Rivolta nel M5s

La cancellazione dei decreti di sicurezza, combinata con l'accordo raggiunto sulla riforma del Mes, ha letteralmente fatto implodere il Movimento 5 Stelle. Secondo quanto riportato dal Corsera, in queste ore, la tenzione all'interno del M5s è altissima. L'ok dell'Italia annunciato dal ministro Gualtieri a Bruxelles sul Fondo salva-Stati ha scatenato un mezzo inferno. Deputati e senatori pentastellati ribollono di rabbia. Molti starebbero addirittura pensando di lasciare il Movimento.

In gioco c'è la credibilità a livello europea del Movimento 5 Stelle. "Se Conte firma per le modifiche del Mes poi non possiamo più tirarci indietro e non ratificare. Ma come si fa?", si sfogano i grillini sulle chat pentastellate.

Nel mirino anche Vito Crimi: "Il nostro reggente ha dichiarato il M5S non si opporrà al voto favorevole alla riforma (in senso peggiorativo) del Mes. hanno evidentemente deciso di spaccarci e sostituire i più rompicoglioni di noi con Forza Italia. L’esplosione è fissata al 9 dicembre. Si va verso un Conte III o un Draghi I (o omologo)?".

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