Scostamento di bilancio e Mes: la maggioranza sempre più in bilico

Il governo è atteso da una doppia prova cruciale: prima il test sullo scostamento di bilancio poi quello sul Mes. Sul Fondo salva-Stati muro grillino

Scostamento di bilancio e Mes: la maggioranza sempre più in bilico
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In calendario ci sono due snodi cruciali tanto per il destino del governo giallorosso quanto per il futuro dell'Italia: il voto sullo scostamento di bilancio, previsto in giornata, e quello sul via libera alla riforma del famigerato Mes, in programma il prossimo 9 dicembre.

Lo scostamento di bilancio

Per quanto riguarda il primo punto, lo scostamento sarà discusso alla Camera e al Senato. L'obiettivo del premier Giuseppe Conte è portare a casa il semaforo verde all'autorizzazione a un nuovo deficit dal valore di 8 miliardi. Soldi, questi, che andranno ad ampliare i ristori messi sul tavolo dall'esecutivo a sostegno delle attività commerciali colpite dalle misure restrittive contro il coronavirus e a rafforzare la legge di bilancio.

La fumata bianca è vincolata a una maggioranza assoluta. Dunque non basterà l'ok della sola maggioranza, ma servirà anche il via libera dell'opposizione, che sul tema deve ancora decidere il da farsi. Nelle ultime ore sono arrivati messaggi chiari. Giorgia Meloni, ad esempio, ha sottolineato che il centrodestra ha già votato due scostamenti, con un'ottantina di miliardi messi a disposizione del governo e "in gran parte dilapidati".

In ogni caso, secondo quanto riportato da Repubblica, i giallorossi puntano a essere autosufficienti nella conta al Senato. E questo nonostante la risposta dell'opposizione e i continui esodi dai gruppi targati Movimento 5 Stelle. Calcolatrice alla mano, dal 2018 a oggi, sono oltre 50 (per l'esattezza 52) i pentastellati che hanno cambiato casacca. Insomma, sullo scostamento di bilancio il premier Conte è ottimista e spera di centrare il risultato sperato.

Il bollettino di guerra non lascia però spazio all'immaginazione. Per la maggioranza assoluta (161 seggi) servono altri 11 voti oltre ai 150 già in cassaforte derivanti dal sostegno di M5s, Pd, Iv e Leu. Il rimanente potrebbe essere reperito presso le Autonomie e il Misto, da vari ex grillini, dai rappresentanti del gruppo Idea-Cambiamo e da un paio di senatori a vita.

L'incognita Mes

Il discorso è ancora più complicato sul fronte Fondo salva-Stati. Sul Mes non c'è soltanto da segnalare la frattura che separa la maggioranza dall'opposizione (con posizioni ancora distanti pure tra le anime del centrodestra). Le crepe più pericolose, infatti, risiedono nel cuore del governo, dove è in corso, da mesi, un'estenuante braccio di ferro tra i favorevoli al Meccanismo europeo di Stabilità e i contrari.

Del primo gruppo fa parte l'asse formato da Pd e Italia Viva. Nel secondo troviamo invece il granitico blocco del Movimento 5 Stelle, dal quale erano filtrati timidissimi segnali di apertura presto evaporati come neve al sole. La linea dei grillini è una: no assoluto per i 37 miliardi del Mes e no altrettanto rigoroso a una riforma del Fondo salva-Stati.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha definito il Mes uno strumento "cui bisogna guardare con massima

serenità". Conte, schiacciato tra due fronti sempre più caldi, sta cercando di prendere tempo in vista di una possibile intesa. Ma la deadline si avvicina. Il 9 dicembre il premier dovrà riferire alle Camere sul vertice europeo del giorno successivo.

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