Dopo due anni e mezzo di pandemia, il piano del Recovery Fund prometteva grandi cose o comunque un'importante boccata d'ossigeno per l'economia italiana. Ma poi ci si è messa di mezzo la guerra in Ucraina, che avrà effetti a lungo termine sui mercati peggiori del virus. Ne è convinto l'ex ministro dell'Economia e attuale presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan, che prevede un autunno molto complicato anche se in conflitto finisse oggi. "La situazione è talmente deteriorata che rimettere in carreggiata i mercati dell'energia richiederà molto tempo. Questa è un'inflazione da offerta, insomma da maggiori costi dell'energia e delle materie prime, e come tale per definizione più dura da superare", ha dichiarato a Repubblica.
"Inflazione diventa strutturale"
Come abbiamo visto sul Giornale, i dati sull'inflazione che ha reso noti l'Istat hanno fatto tornare indietro il nostro Paese di 36 anni dopo aver toccato l'8% su base annua, un livello "che non si registrava da gennaio 1986, quando fu pari a 8,2%". In soli due mesi, da maggio, l'inflazione è schizzata di oltre un punto percentuale (era 6,8%), ma anche l'Europa non se la passa bene con un 8,6%. "La guerra in Ucraina ha innescato un meccanismo che si sta autoalimentando e così l'inflazione, che tanto a lungo si è sperato che fosse temporanea, sta diventando una componente strutturale delle nostre economie", ha sottolineato Padoan.
"Aiutare ceti deboli"
Le misure da attuare devono proteggere i ceti più deboli e bisognerà evitare l'innesco di meccanismi che possano complicare ancor di più la situazione. Un plauso al governo allargato da parte dell'ex ministro che ha sottolineato come, "quasi miracolosamente" si sia arrivati ad approvare "il decreto salva-bollette dell'altro giorno, senza ulteriori scostamenti di bilancio, e questo è un merito". Passata l'estate, però, bisognerà fare i conti con le conseguenze a medio termine che l'inflazione avrà inevitabilmente "sia sui bilanci familiari sia sull'apparato produttivo e c'è il rischio di dover operare in un ambiente di crescente disoccupazione. Sarà molto dura".
Cosa succede al Pil
Nonostante tutto, però, il Pil italiano dovrebbe continuare ad aumentare anche se non come indicavano le previsioni prima del 24 febbraio, giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte di Putin. È quanto fotografa l'Istat con una percentuale in aumento del 2,8% quest'anno e dell'1,9% nel 2023. "Questa è una buona notizia ed è migliore di quello che ci si aspettava perché allontana gli spettri della recessione - sottolinea Padoan -. Il sistema produttivo regge malgrado gli aggravi dei costi, e quanto alle banche sono in condizioni molto migliori rispetto a come erano nella crisi dei debiti sovrani di dieci anni fa. Però rimane il problema di adattare l’apparato industriale alla nuova situazione".
Tradotto: le grandi aziende dovrebbero concentrare gli investimenti "nei settori innovativi dove c’è più produttività", fare un uso diverso e migliore del digitale e non abbandonare i fondi Esg. "D’altronde, queste sono le linee guida del Next Generation Eu, tutto rivolto a creare una 'resilienza' di lungo termine", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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