Biden affida le banche a "mister" Wall Street

Scelto Michael Barr come vicepresidente Fed per il credito. I detrattori: "Troppo legato al settore"

Biden affida le banche a "mister" Wall Street

Joe Biden vuole affidare a Michael Barr un ruolo delicatissimo, quello di vicepresidente della Fed con la responsabilità della supervisione del credito le banche. Proprio per ciò che comporta, la nomina sta facendo storcere il naso in maniera bipartisan. Barr è attualmente il rettore della facoltà di politica pubblica dell'Università del Michigan, ma in seguito alla Grande crisi provocata dal virus dei mutui subprime è stato tra gli architetti del Dodd-Frank Act, la legge di riforma di Wall Street voluta da Barack Obama con lo scopo di meglio tutelare il sistema economico e i consumatori statunitensi.

La Casa Bianca è perciò convinta che sia l'uomo giusto per vigilare sulla sicurezza dei maggiori istituti di credito del Paese. A lui sarebbero affidate le chiavi per il controllo dei requisiti patrimoniali e la responsabilità della valutazione della solidità per mezzo degli stress test. Michael sa che questo lavoro non è di parte - ha detto Biden - , ma svolge un ruolo fondamentale nella regolamentazione delle istituzioni finanziarie della nostra nazione per garantire che gli americani siano trattati in modo equo e per proteggere la stabilità della nostra economia».

Non tutti sono d'accordo con questo giudizio. Oltre ad accusarlo di essere troppo vicino al mondo delle criptovalute, alcuni repubblicani imputano all'ex braccio destro dell'allora ministro del Tesoro, Robert Rubin, di essere stato un feroce sostenitore dei salvataggi bancari non solo ai tempi delle too big to fail, ma anche dopo la fine della crisi finanziaria. Questa contiguità con il mondo bancario lo renderebbe inadatto a ricoprire il ruolo. Barr, peraltro, ha commesso qualche errore non proprio da paladino di Main Street, avendo avuto un ruolo di primo piano nell'ondata di pignoramenti successiva alla crisi del 2008.

La sua nomina potrebbe incontrare il fuoco di sbarramento anche dai democratici. Quando, l'anno scorso, il nome di Barr era finito nella lista del presidente Usa dei candidati per la guida dell'Office of the Comptroller of the Currency (l'agenzia federale che controlla tutte le banche Usa), l'ala progressista si mise di mezzo, bloccandone la nomina a causa dei suoi legami troppo intimi con Wall Street e con le società finanziarie Lending Club e Ripple Labs, dove ha un posto nel board. A Barr veniva poi rimproverato di aver contribuito a diluire le proposte di regolamenti bancari più severi durante l'amministrazione Obama.

Biden conta invece che il suo partito non si opporrà all'arrivo di Barr alla Fed, poiché erano stati i repubblicani a bocciare la nomina di Sarah Bloom Raskin, la candidata favorita dell'ala radicale dei dem, per le sue opinioni sulla politica energetica.

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