Il pasticcio dei 600 euro: c'è lo stop per i professionisti

Sospesa l’erogazione dell’aiuto da 600 euro che sarebbe dovuta partire già dal 10 aprile. Il governo cambia le carte in tavola. Commercialisti: "Un disastro"

Il pasticcio dei 600 euro: c'è lo stop per i professionisti

La solita manfrina. Il governo cambia le carte in tavola a gioco iniziato. E crea problemi invece che risolverli. Tutto da rifare, o quasi, per le oltre 500mila domande presentate per poter accedere al bonus di 600 euro. Le domande, in questione, sono state presentate negli ultimi giorni dai professionisti iscritti alle Casse di previdenza. Ma, il decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nella notte, cambia alcuni particolari di non poco rilievo.

Viene stabilito che per richiedere il bonus bisogna essere iscritti a una cassa "in via esclusiva". Un passaggio che mancava nella bozza di decreto circolata in questi giorni e nel dl 28 marzo che sanciva le regole di erogazione. In poche parole: un vero e proprio disastro. Le Casse hanno già ricevuto circa 500mila richieste, ma tra queste ci sono quelle dei professionisti che svolgono anche un’attività da dipendenti, che andranno depennate. In queste ore gli enti si stanno confrontando per decidere come fare. L’idea prevalente è quella di chiedere un’integrazione delle domande. Ma è ancora tutto da decidere.

È certo, però, che l’erogazione del bonus, che per alcuni enti doveva cominciare già dal 10 aprile, risulta sospesa. Tutto questo marasma, dannoso e ingiustificato, ha provocato l’ira dei commercialisti: "Senza parole, così non si può andare avanti", sottolineano. "Una vicenda gravissima, l’ennesima dimostrazione della superficialità e della disattenzione con le quali la politica approccia le questioni legate all’universo dei liberi professionisti italiani. E anche la dimostrazione di come finanche in questo frangente drammatico l’Italia soccomba a norme che cambiano nottetempo, farraginose, spesso incomprensibili. Quando l’emergenza sarà finita si dovrà affrontare di petto il tema di una burocrazia eccessiva che imbriglia il Paese, i suoi cittadini e la sua economia". Questo il commento di Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti.

Il governo stenta a capire che di burocrazia si muore. Letteralmente. E coglie l’occasione per l’ennesimo scivolone. Spiega Miani: "Le Casse erano già pronte a erogare il bonus grazie anche al lavoro svolto nei giorni scorsi da migliaia di nostri colleghi che hanno inviato le richieste per i loro clienti liberi professionisti, facendo i salti mortali per interpretare norme del tutto incerte. Ora tutto si ferma incredibilmente, con un ulteriore allungamento dei tempi per l’erogazione di cifre comunque insufficienti per sostenere concretamente centinaia di migliaia di liberi professionisti".

Questi lavoratori, esattamente come milioni di altri lavoratori italiani, stanno patendo gli effetti dell’emergenza. Nei giorni scorsi si era duramente criticato il "Cura Italia" per la clamorosa disparità di trattamento riservata ai professionisti iscritti agli ordini professionali. "Ma quello che accade oggi, tuona Miani, lascia davvero senza parole".

Un altro aspetto che sembrava risolto e invece non lo è, riguarda la titolarità di una pensione. La bozza del decreto precisava che il bonus era precluso ai soli titolari di pensione diretta (anzianità e vecchiaia). Nel testo definitivo questa precisazione manca.

Si stabilisce che possono accedere al beneficio i "non titolari di trattamento pensionistico". Quindi chi riceve una pensione indiretta (reversibilità o ai superstiti) è escluso dal beneficio? Non si sa. Ordinaria amministrazione in un Paese allo sbando.

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