Non c'è crisi che tenga. Gli italiani possono rinunciare a tutto, ma non al caffè. Soprattutto al caffè dei distributori automatici. Secondo gli addetti del settore, nel 2014 l'unico prodotto ad avere registrato vendite positive è stato il caffè con un più tre per cento. Una splendida notizia per le 1200 imprese riunite nell'associazione di categoria Confida.
Secondo il presidente Lucio Pinetti il motivo del successo è da attribuire al costo dimezzato della tazzina rispetto a quella del bar. La tenuta del caffè riesce a compensare in minima parte il tracollo degli snack (-4,2%) e delle bevande fredde (-4,3%). Dati negativi che hanno portato le vendite in generale a segnare la cifra meno con un calo del 5,6 per cento.
La distribuzione automatica in Italia è un settore che impiega quasi 30mila addetti. Un giro di affari da due miliardi e mezzo di euro e un volume di sei miliardi di prodotti smerciati. Vendite che per il 75 per cento sono coperti da due sole offerte: le bottigliette d'acqua e il caffè. Sempre secondo Confida nel 2013 il parco macchine installato è di circa 2.400.000 distributori automatici di cui circa 1.600.000 riguarda le piccole macchine per ufficio a capsule e cialde, mentre la restante parte è riferita ai grandi distributori automatici di bevande calde, fredde e prodotti solidi preconfezionati.
4671058654785px;">Un dato che però non tranquillizza l'Associazione italiana distribuzione automatica che richiede al Governo una politica di sgravi fiscali nei confronti del settore.
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