Cambiare commercialista? Ecco perché, quando e come farlo

Il commercialista svolge un ruolo delicato, le cose da sapere prima di cambiarlo

Cambiare commercialista? Ecco perché, quando e come farlo

Quello del commercialista è un ruolo che vive di fiducia, correttezza e precisione. Venisse meno anche soltanto uno di questi prerequisiti potrebbe rendersi necessario rivolgersi a un altro professionista, cosa che in sé è molto semplice ma che diventa un po’ più macchinosa se si considera che si tratta di una figura di primaria importanza, che ha accesso a informazioni sensibili che ci riguardano.

Scegliere un altro professionista merita quindi un momento di riflessione per considerare i diversi aspetti della questione, fatti di momenti più opportuni di altri, di diritti e anche di doveri.

Come cambiare commercialista

Come detto, cambiare commercialista è tecnicamente poco più che una formalità. La prima cosa da fare è revocare l’incarico all’attuale professionista, rispettando la validità di ogni singolo mandato se stabilita nel contratto. Può essere stato stabilito, per esempio, che il mandato può essere revocato comunicando al commercialista tale intenzione con un anticipo di un numero variabile di mesi dal momento in cui subentrerà un altro professionista. Se l’accordo non prevede disposizioni temporali, si può procedere al passaggio da un commercialista a un altro in qualsiasi momento ma, in entrambe le condizioni, è opportuno inviargli una raccomandata con ricevuta di ritorno o una pec per comunicargli la data in cui la revoca del mandato sarà effettiva.

Tracciare una linea netta tra il vecchio e il nuovo

Uno dei problemi che può insorgere è quello di comprendere quale professionista, tra il commercialista nuovo e il suo predecessore, dovrà svolgere le proprie mansioni durante l’anno fiscale in cui le due figure si avvicendano. Per questo, nel comunicare all’attuale commercialista che si intende rivolgersi altrove, è opportuno specificare quali sono le competenze di uno e dell’altro. Questo suggerisce, almeno in modo formale che laddove possibile, sarebbe utile cambiare commercialista in concomitanza con l’inizio di un nuovo periodo fiscale, ricordando che parte degli adempimenti di un anno fiscale vanno espletati entro i primi mesi dell’anno seguente. Il consiglio è quindi quello di cambiare commercialista con l’inizio del nuovo anno, specificando però chiaramente che sarà quello uscente a farsi carico di tutte le questioni legate all’anno fiscale precedente, anche se queste sconfinano temporalmente nei primi mesi dell’anno in cui è subentrato il nuovo professionista.

I propri diritti e i propri doveri

Chi cambia commercialista ha il diritto di ottenere tutta la documentazione che lo riguarda. Tutti i documenti consegnatili nel tempo sono di proprietà del cliente. Nel medesimo tempo l’articolo 16 del Codice deontologico della categoria professionale impone regole sia al professionista uscente sia a quello entrante e, in parte, queste norme mettono il cliente al centro: per esempio il nuovo professionista deve sincerarsi che il cliente abbia comunicato la sua decisione a quello precedente e che le parcelle siano state saldate, a meno che non siano oggetto di un contenzioso.

L’Agenzia delle entrate deve essere messa al corrente del fatto che è cambiato il luogo in cui viene tenuta la contabilità di una partita Iva, e questo è di norma un compito che svolge il nuovo commercialista.

La vera riflessione, tuttavia, non è contenuta in una norma: il commercialista svolge un ruolo delicato e non è raro che tra professionista e cliente si

instauri un rapporto di lavoro solido e di reciproca fiducia. A meno che questo rapporto non sia incrinato in modo irrimediabile, ricreare il medesimo equilibrio e il medesimo livello di collaborazione può non essere scontato.

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