Quanto costa un panino? La risposta non è facile...

I risultati sono emersi da un’analisi Adnkronos sui dati del Rapporto Ristorazione 2019 della Fipe. Per un panino imbottito a Lecco si paga di più. Roma e Venezia sono a metà classifica

Quanto costa un panino? La risposta non è facile...

Anche un veloce spuntino consumato al bar può essere un utile indice per valutare le differenze economiche che caratterizzano l’Italia. In alcune zone, allietare il palato con un semplice panino può rappresentare un vero salasso per le tasche degli avventori. I residenti di Lecco, ad esempio, sono i più sfortunati: se vogliono calmare la fame e trovare le energie necessarie per affrontare il resto della giornata gustando un panino farcito possono arrivare a pagare anche tre volte la cifra necessaria per lo stesso spuntino consumato a Terni. Nella cittadina posta sulle rive del Lago di Como, infatti,si sborsano in media 4 euro e 96 centesimi contro 1 euro e 60 richiesti nel capoluogo umbro.

Ciò emerge dall’analisi Adnkronos sui dati del Rapporto Ristorazione 2019 della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio. Nei 148 mila bar sparsi da nord a sud, i prezzi variano anche in base alla collocazione degli esercizi, qualora siano nelle località turistiche, nelle grandi città, nei centri storici o nelle periferie.

Nella classifica della Fipe, che tiene conto dei capoluoghi di provincia, si nota che anche in altre città del centro-nord ci si imbatte in prezzi sopra ai 4 euro per un panino. Reggio Emilia si piazza al secondo posto con 4,38 euro e Pordenone al terzo con 4,35 euro. Ancora sopra i 4 euro figurano Milano e Brescia, con 4,29 euro, e a seguire Trento e Aosta con 4,06 euro. Ma non è tutto. Se al costo di un panino si aggiunge quello di una bibita o di un caffè, ecco che la spesa diviene bella sostanziosa. A Verona, la città di Romeo e Giulietta, dove molte coppiette si accingono a trascorrere il San Valentino il prezzo medio è di 2,99. Sorprende, in positivo, Venezia dove il costo medio è di 3 euro e 50 centesimi.

A Roma per la classica rosetta con salame o mortadella il prezzo medio di 3,12 euro. Meglio va a Torino dove si devono estrarre dalle tasche 3,02 euro. Decisamente meglio a Napoli dove si pagano 2,75 euro. Il panino imbottito meno costoso si consuma invece nei bar di Terni: qui, forse grazie al famoso pane sciapo prodotto in zona, i consumatori pagano appena 1,60 euro. Prezzi bassi si trovano anche in altre città del Centro Italia. A Lucca, ad esempio, un panino costa 1,71 euro e ad Arezzo 1,89 euro.

Per i bar italiani vi è un grande problema che ne minaccia il futuro: la sempre più agguerrita concorrenza da parte paninoteche, kebab, e ''finti'' take away. Una vera e propria guerra commerciale che non sempre sarebbe combattuta ad armi pari. La Fipe parla di una concorrenza spesso associata ad "abusivismo commerciale". Negli ultimi 10 anni il numero di questi esercizi è aumentato del 54,7% nei centri storici delle grandi città del nord.

Ciò crea danni a bar e ristoranti tradizionali tanto che nel settore si riscontra un elevato tasso di mortalità imprenditoriale. Dopo un anno chiude il 25% dei ristoranti, dopo 3 scompare quasi un locale su due mentre dopo 5 si dice addio al 57% degli esercizi commerciali.

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