La Cassa di Ravenna ha chiuso il 2023 con un utile netto dell'operatività corrente in rialzo del 14% oltre quota 32 milioni di euro mentre l'utile netto del Gruppo Bancario Cassa è balzato al massimo storico di 41,5 milioni (+27,7%). I risultati sono stati approvati ieri dall'assemblea dei soci.
L'istituto ravennate presieduto da Antonio Patuelli (in foto), che siede anche alla guida dell'Abi, rimarca come il risultato si stato centrato dopo «le necessarie rettifiche, i più che prudenziali accantonamenti e nonostante anche i costi obbligatori straordinari per salvataggi di banche concorrenti».
L'assemblea ha quindi deliberato sempre all'unanimità la distribuzione di un dividendo, aumentato, nella forma di un'azione ogni 30 possedute (senza oneri fiscali) o, a richiesta, in contanti, di 51 centesimi per azione (+15,9%).
La raccolta diretta della Cassa è salita a 4.809 milioni (+3,1%) e quella indiretta a 5.454 milioni (+6,6%), mentre gli impieghi si sono attestati a 3.283 milioni (-2,5%) complice il calo della domanda. Molto solidi i coefficienti patrimoniali: il Cet 1 della Cassa è al 20,49% e di Gruppo al 15,89%, più del doppio del 7,85% richiesto dalle autorità in sede esami Srep. Il Total Capital Ratio è cresciuto per la Cassa al 21,83% e per il Gruppo al 17,42% (12,05% la richiesta).
Il totale dei crediti deteriorati netti è pari al 2,1% degli impieghi netti. Patuelli ha rimarcato come la Cassa si sia impegnata sia sul fronte tecnologioco sia nel rafforzare la rete delle filiali, così da permettere a ciascun cliente di scegliere con quale canale preferisce operare.
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