La Cgia: in un anno il numero dei disoccupati è aumentato di 609mila unità

Secondo la Cgia il numero dei disoccupati è aumentato di 609.500 unità. Nel 2013 andrà peggio: altre 246.600 persone resteranno senza lavoro

La Cgia: in un anno il numero dei disoccupati è aumentato di 609mila unità

Dodici mesi. Un anno di professori, un anno di tasse e balzelli. Un anno di sacrifici. I risultati? Quelli non si vedono ancora. Nonostante Mario Monti non perda occasione per spacciarsi come il salvatore della Patria i dati confermano quello che tutti vivono quotidianamente sulla loro pelle: va sempre peggio.

La conferma arriva dalla fotografia scattata dalla Cgia di Mestre al settore più importante, quello che incide di più sul futuro: il mondo del lavoro. E per l'occupazione, il 2012, è stato un anno nero. Da dimenticare. Cresce il numero dei senza lavoro presenti in Italia. Secondo le stime della Cgia il numero medio dei disoccupati è aumentato di 609.500 unità. Nel 2013 andrà peggio: l'esercito di coloro che sono alla ricerca di una occupazione è destinato a salire ulteriormente di altre 246.600 unità. I senza lavoro sfioreranno quota 3 milioni con un tasso dell'11,5%.

"Una situazione allarmante che sta diventando una vera e propria piaga sociale - afferma il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - Purtroppo le condizioni generali della nostra economia sono pessime e questo si riflette negativamente sulla tenuta occupazionale anche delle piccole imprese. Giovani, donne e stranieri sono le categorie più a rischio, senza contare che tra questi ex lavoratori sta aumentando drammaticamente il numero dei disoccupati di lungo periodo".

Aumentano le difficoltà per le imprese e - di conseguenza - quelle per i lavoratori. Dall'inizio del 2012 la contrazione dei prestiti bancari erogati alle imprese è stata di 26,7 miliardi di euro (-2.7%), mentre le sofferenze per il sistema imprenditoriale sono aumentate di 8,7 miliardi di euro (+10,9%).

Per il 2012 il Pil è previsto attorno al -2,3/-2,5%. I consumi privati dovrebbero attestarsi al -3,4% e quelli pubblici al -0,7% . Un tracollo per gli investimenti: -8,1%, con una punta del -10,9% per quelli relativi alle attrezzature e ai macchinari. L'anno prossimo la caduta subirà una frenata, ma davanti a tutti gli indicatori ci sarà sempre il segno negativo.

Il Pil sarà pari al -0,5% circa, i consumi privati -0,9%, quelli pubblici -0,3%, mentre gli investimenti chiuderanno con un -2,1%. L'immagine che ci restituiscono tutti gli indicatori è la stessa: un Paese sempre più povero.

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