A causa dell'emergenza sanitaria provocata dall'epidemia di coronavirus l'economia dell'Italia è in probabile recessione. Secondo le previsioni di Moody's, la crescita del nostro Paese si è quasi sicuramente contratta nel primo trimestre del 2020.
Come se non bastassero le proiezioni delle varie agenzie di rating, i segnali per il futuro non appaiono incoraggianti. La paura ha spinto le persone a ritirarsi dalla vita sociale, ristoranti e alberghi sono vuoti, moltissimi viaggi cancellati e interi settori economici sono finiti a picco.
Moody's ha quindi rivisto le sue previsioni di crescita del 2020 relative all'Italia, portandole a -0,5% in caso di scenario di base che prevede comunque “problemi significativi globali” e a -0,7% in caso di “rallentamento esteso e significativo”. Ricordiamo che le stime del 16 febbraio per il medesimo anno ammontavano rispettivamente a + 0,5%.
Scendendo nel dettaglio la stessa agenzia ha specificato in un rapporto che "l'epidemia di coronavirus colpirà la crescita economica in molti paesi in particolare nella prima metà del 2020". Inoltre la diffusione globale del Covid-19 starebbe"provocando shock simultanei sul fronte della domanda e offerta". Ecco perché Moody's ha rivisto le previsioni di crescita per il 2020 di tutte le economie del G-20, abbassandole a +2,1%, ovvero 0,3% punti percentuali in meno rispetto alla stima di febbraio.
Il rapporto di Moody's
Il taglio colpisce la Cina in modo abbastanza netto: le previsioni su Pechino passano da +5,2% a +4,8%. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l'agenzia vede il pil reale americano in crescita dell'1,5% a fronte di una prima stima dell'+1,7%.
In ogni caso Moody's riconosce come "la piena valutazione dei costi economici non sarà chiara per qualche tempo. La paura del contagio attenuerà l'attività dei consumatori e delle imprese. E più tempo servirà a famiglie e le imprese per riprendere la normale attività, maggiore sarà l'impatto economico". Detto altrimenti, "i rischi di recessione globale sono aumentati" anche se "le misure di politica fiscale e monetaria contribuiranno probabilmente a limitare il danno nelle singole economie".
Il rapporto affronta un altro tema fondamentale: quello delle banche centrali. "Gli annunci politici delle autorità fiscali, delle banche centrali e delle organizzazioni internazionali -si legge - suggeriscono finora che la risposta politica sarà probabilmente forte nei paesi interessati.
La decisione della Federal Reserve statunitense di ridurre il tasso sui fondi federali di 50 punti base e gli annunci della Banca centrale europea e della Banca del Giappone che assicurano il sostegno limiteranno la volatilità dei mercati finanziari globali e in parte contrasteranno l'inasprimento delle condizioni finanziarie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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