Coronavirus, l'allarme degli esperti: Italia a rischio recessione

Gli effetti negativi del coronavirus sull'economia potrebbero portare l'Italia a fare i conti con la quarta recessione tecnica del Millennio. Per gli esperti il rischio è concreto

Coronavirus, l'allarme degli esperti: Italia a rischio recessione

Una recessione tecnica provocata dagli effetti negativi del coronavirus sull'economia: è questo il rischio più grande che sta correndo il nostro Paese secondo alcuni esperti.

Come sottolinea un articolo del Financial Times, se dopo il – 0,3% segnato nell'ultimo trimestre del 2019 il pil italiano dovesse scendere ancora, subendo una nuova contrazione nel primo trimestre per via dell'emergenza sanitaria, allora per l'Italia sarebbero guai seri. Roma entrerebbe tecnicamente in recessione, segnando due trimestri consecutivi sotto il segno meno.

Nadia Gharbi, economista a Pictet Wealth Management, afferma che “il colpo del primo trimestre alla Cina a causa del coronavirus porterà probabilmente ulteriore debolezza all'economia italiana" trainata dal settore manifatturiero. Come se non bastasse, i casi di virus diagnosticati sono concentrati quasi esclusivamente in Lombardia e Veneto, due tra le regioni più ricche d'Italia e che da sole rappresentano circa un terzo del pil nazionale.

Una combinazione letale per l'Italia

Un altro ostacolo da prendere in considerazione – e che minaccia il prodotto nazionale – è rappresentato dalla combinazione potenzialmente letale tra le restrizioni alla mobilità, il blocco del lavoro, della catena di forniture e i timori che scoraggiano il turismo. Dunque per Jack Allen-Reynolds, economista di Capital Economics, “c'è il chiaro rischio che l'Italia torni in recessione, la quarta dal 2008". Ricordiamo che l'Italia, in questo Millennio, ha registrato tre recessioni: nel 2009 con la crisi finanziaria innescata dal crollo dei subrpime Usa; nel 2012 con la crisi dei debiti sovrani e la recessione tecnica di fine 2018.

Silvia D'allAngelo, economista senior di Hermes Investment, fa notare un aspetto: la timida crescita italiana “negli ultimi anni è stata strettamente correlata all'economia globale. La domanda interna è stata debole e questo implica che la crescita italiana è stata particolarmente vulnerabile agli shock esterni". In altre parole la mini-ripresa dell'ultimo anno è stata trainata per lo più dall'export, che oggi rischia di pagare un conto altissimo proprio per via della diffusione del contagio di coroanvirus, con un impatto non da poco sull'economia nazionale.

Anche Confesercenti lancia l'allarme. In una lettera, il presidente dell'associazione degli esercenti, Patrizia De Luise, spiega che “l'inattività, se protratta nel tempo, porterà alla crisi interi comparti economici, in primo luogo quelli del terziario". Il problema non riguarderà tuttavia solo le cosiddette zone rosse, ma in prospettiva l'intero tessuto commerciale e ricettivo dell'Italia.

Il turismo, ad esempio, sta già pagando un prezzo altissimo, con segnalazioni di viaggi annullati,

e mancate prenotazioni. In generale, prosegue Confesercenti, "i consumi rischiano di bloccarsi, restringendosi ai soli generi di prima necessità, i mercati di non svolgersi, i bar e i ristoranti di fermarsi".

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