Crt, il commissario resta sull'uscio

I sindaci al Mef: «Prorogare la nomina del presidente in attesa di nuove informazioni»

Crt, il commissario resta sull'uscio
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Per la Fondazione Crt non è ancora il tempo del commissario. L'arrivo di un amministratore straordinario inviato dal ministero dell'Economia non dovrebbe avvenire in tempi stretti, come in molti si aspettano dopo gli ultimi eventi, tutti orientati nella stessa direzione: quella di un cda della fondazione diventato «ingovernabile» come lo ha definito l'attuale presidente ad interim Maurizio Irrera.

Ieri a muovere le acque è stato il collegio sindacale dell'ente che, con una lettera indirizzata a Marcello Sala, direttore generale del Tesoro (il dicastero che vigila sulle fondazioni di origine ex bancaria come le attuali Casse di Risparmio), ha chiesto una proroga in relazione ai tempi di nomina del presidente effettivo del cda in sostituzione dell'interim gestito da Irrera, già vicepresidente durante la presidenza di Fabrizio Palenzona.

Il senso della proroga, di cui si avvarrebbe il Consiglio d'Indirizzo, è tecnicamente chiaro: essendo le dimissioni di Palenzona avvenute il 23 aprile, è da quella data che decorrono i 30 giorni concessi dallo statuto della fondazione per la nomina del nuovo presidente. Nomina che il Consiglio d'Indirizzo (l'organo politico che esprime l'azionariato dell'ente e che ha già designato all'unanimità la giurista Anna Maria Poggi) dovrebbe quindi effettuare entro giovedì 23 maggio. Con la proroga concessa dal Tesoro si andrebbe oltre questo termine, consentendo al Consiglio d'Indirizzo determinazioni più ponderate e più adeguate in termini di garbo istituzionale. Proprio qui sta il motivo della richiesta di proroga contenuta nella lettera dei sindaci.

L'iniziativa, che non contiene giudizi negativi impliciti sulla figura della professoressa Poggi, è principalmente mirata a evitare che il Tesoro si trovi di fronte al fatto compiuto di un nuovo presidente di Crt prima ancora di aver concluso l'esame dei documenti necessari a valutare l'adeguatezza del cda in relazione agli eventi traumatici che hanno destabilizzato la fondazione. Sarebbe una forzatura e peraltro più che sospetta, visto che tra i documenti inviati in prima battuta a Sala e non ancora esaminati ci sarebbero anche i verbali della burrascosa riunione del cda del 19 aprile, intorno ai quali è nato un giallo sull'autenticità, tanto che si rende necessaria un'integrazione. Per questo il percorso che sia Irrera sia il collegio sindacale considerano più corretto è quello di un prorogatio dell'attuale presidente ad interim in attesa delle determinazioni del Mef.

Se il Mef dovesse accettare la richiesta dei sindaci, cosa molto probabile,

il Consiglio d'Indirizzo (la riunione è in calendario per oggi) non avrebbe più l'urgenza di nominare il nuovo presidente del cda. La partita è dunque a aperta e si gioca sul filo delle prossime ore sull'asse Torino-Roma.

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