Quello che sarebbe dovuto essere il decreto Aprile, arriva a metà maggio. Dopo una giornata di tira e molla, frenate, conferme, smentite e infinite riunioni, questo benedetto decreto sembra aver preso forma. Centinaia di articoli sono sotto esame con un pre-consiglio che va avanti da ore. Tanto che del decreto Rilancio non c'è ancora una conferma definitiva messa nero su bianco. E così, quei soldi che tanto servono agli italiani restano lì ancora per un po'. Almeno fino a domani.
Il Consiglio dei ministri, infatti, avrebbe dovuto varare il decreto ieri - o meglio, il mese scorso - ma tutto è stato rinviato a domani, nonostante le pressioni dei ministri Dario Franceschini e Roberto Speranza e dello stesso premier Giuseppe Conte. In queste settimane, sono circolate diverse bozze e ora, da Palazzo Chigi fanno sapere che "l'accordo politico c’è" e quindi domani il Consiglio dei ministri darà (in ritardo) il via libera al dl rilancio da 55 miliardi di euro. Ma intanto il decreto non c'è ancora.
L'accordo politico è stato raggiunto e questa notte servirà ai tecnici del pre-consiglio per limare tutte le norme, dicono. Da Palazzo Chigi fanno sapere che l'elevato numero di norme e la complessità di misure sta dilatando i tempi del pre-consiglio. E in questo caos fatto di ritardi, il ministero dell'Economia, Roberto Gualtieri, assicura che "tutti i nodi sono stati sciolti ed è in corso la predisposizione del testo finale del decreto Rilancio, che recepisce tutte le modifiche tecniche concordate al pre-consiglio".
Gualtieri, forse per cercare di placare gli animi e le ire degli italiani, mette le mani avanti e spiega che vista la sospensione del patto di Stabilità e le due votazioni precedenti del Parlamento sullo scostamento di 80 miliardi di euro "non c'è alcun problema di coperture riguardo al decreto stesso". Sarà tutto a posto per domani quindi?
Le misure
Tra le norme che verranno inserite nel decreto legge c'è l'aumento al 110% dell'ecobonus e del sismabonus per le ristrutturazioni edilizie. I cittadini potranno cedere il credito d'imposta alle imprese e quindi si potranno fare determinati lavori in casa senza sborsare un euro. Per le imprese ci saranno diverse modalità di aiuto: per le aziende più piccole sarà possibile il finanziamento a fondo perduto (6miliardi di euro), gli sconti su affitti e bollette (1 miliardo e 600 milioni). Verranno prorogati di 9 settimane le varie tipologie di cassa integrazione, la Naspi, i soldi per gli autonomi e il blocco dei licenziamenti. Dentro il decreto Rilancio è stato inserito anche il reddito di emergenza per chi non ha entrate e un Isee sotto i 15 mila euro. Palazzo Chigi, quindi, ricorda di avere un solo obiettivo: "Dare nelle prossime ore il via a una solida rete di sostegni, aiuti e investimenti a protezione di cittadini, famiglie e aziende alle prese con una crisi senza precedenti". Con un po' di ritardo, forse, ce l'hanno fatta.
Ma visto la lentezza dei politici e l'aggravarsi dell'emergenza, nel decreto Rilancio ci saranno interventi anche per la sanità (oltre 3 miliardi) per assumere 9.600 infermieri e aumentare del 115% i posti in terapia intensiva. Qualcosa andrà pure all'edilizia scolastica e all'aiuto del pagamento dei crediti vantati nei confronti della Pubblica amministrazione. Confermata la cancellazione dell'Irap per le imprese fino a 250 milioni di fatturato. Il dl Rilancio avrà anche uno stop all'Iva sulle mascherine.
Regolarizzazione dei migranti
Questo possiamo definirlo il vero tasto dolente. La maggioranza si è letteralmente spaccata. Dopo due visioni completamente diverse (Pd a favore della sanatoria con tanto di minacce di dimissioni della Bellanova e M5S contro), due giorni fa - sempre di notte - sembrava che i gialli e i rossi si fossero messi d'accordo. I grillini, quindi, sembrava avessero ceduto alla regolarizzazione di migranti, colf e badanti, ma immeditamente Vito Crimi aveva rimesso i puntini sulle "i". "Il MoVimento non cederà", diceva. E così era (ri)scoppiata la guerra. Durata poco però. Questa sera, infatti, l'intesa politica sulle misure contenute nel decreto rilancio comprende anche l'accordo sulla regolarizzazione dei cosiddetti lavoratori "invisibili".
I 5S hanno ceduto pure su questo.
"Sul tema dei lavoratori stagionali colf e badanti è stato raggiunto un accordo che ritengo soddisfacente, frutto di un testo modificato e migliorato rispetto a quello di domenica scorsa, che accoglie nostre esplicite richieste e mette al centro il lavoro regolare", dice il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi.Peccato, però, che quando dice queste parole neanche lui ci crede. La verità è soltanto una: il decreto arriva in ritardo, la maggioranza è spaccata e i grillini pur di stare al governo rinnegano anche i loro ideali.
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