Volkswagen richiamerà fino a 11 milioni di vetture per sostituire il software incriminato inviando una comunicazione ai clienti già nei prossimi giorni. A Wolfsburg, durante un incontro a porte chiuse con un migliaio di top manager, il neo-amministratore delegato Matthias Mueller promette "un piano esaustivo" che risolva una volta per tutte il problema dei software truffaldini grazie a "soluzioni tecniche che verranno comunicate ai clienti in pochi giorni".
Volkswagen si prepara a entrare nella storia dei richiami automobilistici. Con una maxi operazione, che gli analisti stimano intorno ai 6,5 miliardi di euro, si prepara a richiamare 11 milioni di automobili. Di queste circa 5 milioni sarebbero auto con marchio Volkswagen, 2,1 milioni Audi, 1,2 milioni Skoda e 1,8 milioni veicoli commerciali. Ai proprietari di vetture diesel truccate verrà spiegato come rimettere le proprie vetture in regole. La soluzione dovrà essere annunciata entro la scadenza del 7 ottobre fissata dall’autorità tedesca Kba. "Abbiamo davanti un cammino faticoso e un sacco di duro lavoro - dichiara Mueller - saremo in grado di fare progressi solo a piccoli passi e ci saranno battute d’arresto". Il nuovo amministratore delegato annuncia inoltre uno scorporo del marchio Volkswagen, destinato in futuro a diventare "indipendente" come Audi e Porsche.
Mentre l'incubo di una class action su scala planetaria e di un effetto domino di cause collettive dalle conseguenze finanziarie imprevedibili fa affondare ulteriormente il colosso di Wolfsburg, Bruxelles attende spiegazioni. "La Commissione vuole i fatti", afferma Ricardo Cardoso, portavoce del commissario per l’Industria, Elzbieta Bienkowska. Il governo giapponese, invece, ha ordinato un'inchiesta sui maggiori produttori di automobili locali (Toyota, Nissan, Mazda e Mitsubishi) e sugli importatori di marchi europei per verificare se i loro veicoli rispettino gli standard sulle emissioni di gas inquinanti. Misure analoghe sono già state adottate da vari altri Paesi, tra cui Gran Bretagna, Francia e Corea del Sud. "I risultati dei controlli - annuncia il ministro dei Trasporti, Akihiro Ohta - verranno consegnati venerdì prossimo".
A causa del Dieselgate, secondo quanto riporta il Financial Times, il fondo sovrano del Qatar ha già perso 12 miliardi di dollari con il calo dei titoli Volkswagen, Glencore e Agricultural Bank of China, tre dei maggiori investimenti del fondo da 250 miliardi di dollari. La sola perdita per il calo dei titoli Volkswagen è di 8,4 miliardi di dollari. Dal 6 ottobre l'azione della casa automobilistica responsabile dello scandalo emissioni verrà, peraltro, eliminata dal Dow Jones Sustainability Index che raggruppa le aziende (teoricamente) attente alla sostenibilità.
Intanto a Berlino le autorità hanno un altro cruccio, che è quello dei lavoratori del gruppo.
Il vicecancelliere e ministro dell'Economia, Sigmar Gabriel, ha chiaro un punto: "Non stiamo combattendo per i manager, ma per gli occupati". Nella speranza di evitare quello che, senza tanti giri di parole, definisce un possibile "disastro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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