"Flat tax dal 2020 per famiglie". Gli economisti leghisti si dividono

Per il leghista Alberto Bagnai all'inizio la "Flat tax" sarà introdotta solo per le imprese, poi verrebbe estesa alle famiglie

"Flat tax dal 2020 per famiglie". Gli economisti leghisti si dividono

Si torna a parlare della Flat tax. La Lega, che aveva sottoscritto la proposta contenuta nel programma del centrodestra, intende portarla nell'agenda del governo giallo-verde. Il senatore della Lega Alberto Bagnai, economista, ne parla nello studio di Agorà, soffermandosi sui tempi e i modi di introduzione della tassa: "Mi sembra che ci sia un accordo sul fatto di far partire la Flat tax sui redditi di impresa a partire dall'anno prossimo. Il primo anno per le imprese e poi a partire dal secondo anno si prevede di applicarla alle famiglie". Sono previsti due tempi, quindi, per lanciare la "tassa piatta". A beneficiarne per primi dovrebbero essere le imprese. Poi se ne parlerà anche per le famiglie.

Il tema è molto caro alla Lega ed è finito nel "contratto di governo", sottoscritto con il M5S prima dello sblocco delle trattative che hanno portato il professor Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e alla nascita del governo frutto dell'inedito asse Lega-Cinque stelle. Intanto, però, si registra un primo stop, o rinvio che dir si voglia.

Ma il senatore Armando Siri, consigliere economico della Lega, corregge il tiro: "Allo stato attuale posso dire che non è vero dal prossimo anno la Flat Tax entrerà in vigore solo per le imprese, ma che ci sarà anche per le famiglie. Poi tutto sarà a regime per il 2020". Spiega che "la cosa richiede complessità. Adesso preferisco non entrare nel merito perché altrimenti facciamo dei pasticci. Stiamo facendo la più grande riforma fiscale dal Dopoguerra ad oggi per cui se la semplifichiamo così diventa tutto strumentale". Siri chiarisce che «si deve partire con degli step: il sistema è diverso perché la Flat Tax per le imprese c’è già e noi la estendiamo anche alle società di persone, alle Partite Iva etc... Si tratta già di una riforma storica perché viene trasferito a cinque milioni di operatori quello che oggi è solo per 800mila imprese, visto che solo le società di capitali hanno la Flat Tax. Poi per le famiglie cominceremo già dal 2019 con dei paramentri che andranno a perfezionarsi nel 2020 fino a completarla". Inizialmente, conferma Siri, saranno favorite le famiglie con molti figli. Per quanto riguarda i costi, e in particolare per il primo step della Flat Tax che entrerà in vigore dal 2019, Siri risponde così: "È una domanda da un milione di dollari. Costerà più o meno 30 miliardi di euro", conclude il senatore Siri.

Tecnicamente, come spiega il Sole 24 Ore, si tratterà di una "dual tax", con due aliquote previste: 15% per i redditi familiari fino a 80mila euro, 20% per quelli che superano quella soglia. Per tenere conto della progressività, richiesta dalla Costituzione, si prevede di intervenire attraverso le deduzioni fiscali (da 3mila euro), applicare a ciascun componente del nucleo familiare fino a 35mila euro di reddito, solo ai familiari a carico nella fascia 35-50mila. Per i redditi superiori a quella fascia nessuna detrazione. Leggi la scheda sulla Flat tax.

L'analisi del Sole 24 Ore evidenzia che i vantaggi maggiori arriverebbero ai nuclei familiari con redditi da 60 a 80mila euro, che si troverebbero a risparmiare fino al 20%.

Dura polemica dal Pd: "Ignoranza in materia"

"È inconcepibile un livello di ignoranza e approssimazione simile - tuona Luigi Marattin, parlamentare del Pd -. La flat tax sui redditi di impresa esiste da qualche decennio. Prima si chiamava Irpeg, e ora si chiama Ires, e tassa proporzionalmente i redditi delle società di capitali.

E a ridurla - dal 27,5% al 24% - è stato il governo Renzi. Nel caso il futuro sottosegretario Bagnai si riferisse, invece, agli utili di impresa delle società di persone, anche quella esiste già: si chiama Iri, e l’ha fatta sempre il governo Renzi".

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