Enel supera il test conti. E mette al sicuro la cedola

Utile netto ordinario +10,5%, ma giù i ricavi. Il cfo De Paoli: "Liquidità per 25,9 miliardi"

Enel supera il test conti. E mette al sicuro la cedola

Enel resta al riparo dal Covid-19 e, come la controllata spagnola Endesa, supera il test dei primi tre mesi senza risentire in maniera particolare dell'emergenza, fatta eccezione per una partita straordinaria da 22 milioni legata ai costi sostenuti per la sanificazioni degli ambienti di lavoro, l'acquisto dei dispositivi di protezione individuale e le donazioni. I numeri di bilancio raccontano la solidità del gruppo che, grazie al proprio business integrato e diversificato, ha potuto assicurare che «il dividendo non sarà in alcun modo a rischio sia nel 2019, sia nel 2020».

Guardando ai numeri, la società guidata da Francesco Starace ha portato a casa, tra gennaio e marzo, un risultato netto di 1,24 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto al primo trimestre 2019 (-0,7%). L'utile netto ordinario segna, invece, una crescita a 1,28 miliardi di euro (+10,5%), al netto delle partite straordinarie dei periodi a confronto. Bene anche i margini con l'ebitda che è salito a 4,7 miliardi, in aumento del 3,5% rispetto ai 4,54 miliardi del primo trimestre 2019. L'ebitda ordinario di 4,74 miliardi risulta in crescita del 6,4%. Questo anche grazie al maggiore apporto produttivo di Enel Green Power e agli effetti derivanti dal rinnovo del «V Accordo Quadro sul Lavoro in Endesa» in Spagna. Tutti fattori che hanno più che compensato il negativo andamento dei cambi in America Latina. Parallelamente, l'ebit è cresciuto del 4,3% a 3,1 miliardi di euro (2,98 miliardi nel primo trimestre 2019, +4,3%).

A deludere le attese degli analisti sono stati, in parte, i ricavi che sono scesi (sotto le attese) a 19,98 miliardi di euro a fronte dei 22,75 miliardi del primo trimestre 2019: a pesare minori volumi delle vendite di energia elettrica in Italia e Spagna, e di gas in Spagna, le attività di generazione termoelettrica e trading in Italia, nonché l'effetto cambi negativo in particolare in Brasile, Cile e Colombia. Sale la voce indebitamento, passata da 45,1 miliardi a 47,09 miliardi, a fronte di investimenti per 1,87 miliardi, in linea con il primo trimestre 2019.

Sul fronte operativo, le vendite di energia elettrica sono scese a 77,7 TWh, con un decremento di 4,6 TWh (-5,6%). Le vendite di gas sono rimaste piatte a 3,7 miliardi di metri cubi, in diminuzione di 0,3 miliardi di metri cubi. L'energia netta prodotta è pari a 51,4 TWh, con un decremento di 7,7 TWh rispetto al valore registrato nell'analogo periodo del 2019 (-13%), a causa della minore produzione da fonte termoelettrica in Spagna, Italia e Russia.

In relazione allo stato di emergenza da Covid-19 è stato avviato «un monitoraggio costante al fine di disporre, in tempo reale, l'eventuale mitigazione di possibili impatti».

Ma il cfo Alberto De Paoli, durante la conference call sui risultati, ha sottolineato «come al momento non ci sia alcun effetto negativo sulla produttività. Enel - ha aggiunto De Paoli - ha la solidità per resistere a scenari volatili». In particolare la «liquidità alla fine di aprile è di 25,9 miliardi: 5,8 miliardi cash e 20,1 miliardi di linee di credito».

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