"Da abolire", "Rafforziamolo". Lo scontro sul reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è argomento di profonda divisione tra i partiti. C’è chi lo benedice e chi promette di modificarlo fino a renderlo completamente diverso. Le posizioni sono diverse e divergenti

"Da abolire", "Rafforziamolo". Lo scontro sul reddito di cittadinanza

Uno dei grossi temi che scalderà l’autunno è il futuro del reddito di cittadinanza, argomento che assorbirà le attenzioni del governo e del parlamento nel post 25 settembre. Nel corso della campagna elettorale tutti gli schieramenti hanno manifestato le proprie intenzioni dando forma a diverse correnti di pensiero. Ecco quali.

Il Reddito di cittadinanza e il centrodestra

Giorgia Meloni, dalla sua posizione di leader di Fratelli d’Italia, non ha mai nascosto la propria avversione al reddito di cittadinanza (Rdc). Il nono punto del programma di Fdi è esplicito: la formula attuale del Rdc va sostituita con misure più incisive che permettano la formazione e l’inserimento professionale dei cittadini. Un pensiero che si estende a tutti gli ammortizzatori sociali affinché diventino più equi e, benché non si parli di completa cancellazione del reddito di cittadinanza, Fdi palesa l’intenzione di sostituirlo in favore di politiche che favoriscano l’inserimento (o il reinserimento) professionale dei singoli.

La Lega sposa in sostanza il pensiero di Fdi: criteri di accesso più stringenti e politiche per favorire l’accesso dei percettori del Rdc nel mondo del lavoro. Renderlo una misura comunale, aggiunge La Lega, permette alle amministrazioni locali di ricorrere ai percettori per svolgere lavori utili alla comunità.

Forza Italia pensa a un Rdc che sia appannaggio soltanto di quei cittadini che non sono in grado di lavorare e dei nuclei famigliari più deboli economicamente. L’idea è quella di destinare alle pensioni e agli invalidi parte dei fondi destinati al reddito di cittadinanza.

Le posizioni del centrosinistra

Il Partito democratico vuole maggiore aderenza alle linee della commissione Saraceno. La commissione coordinata dalla professoressa Chiara Saraceno ha fornito, durante l’autunno del 2021, delle indicazioni per modificare la filosofia del Rdc affinché avesse maggiore riguardo nei confronti dei più bisognosi. Il partito di Enrico Letta è quindi per la conservazione della misura, così come opta per ridurre il periodo di 10 anni di residenza in Italia per potervi accedere.

Cosa dice il Movimento 5 stelle

Giuseppe Conte difende il Rdc sostenendo che smantellarlo in un momento di tensione socioeconomica è fuori da ogni logica. Il Movimento, impegnato anche sul fronte del salario minimo, sostiene che il reddito di cittadinanza non penalizzi il mercato del lavoro ma soltanto quegli imprenditori che propongono remunerazioni risibili. Il Rdc è misura fortemente voluta e introdotta dal Movimento e il parere di Conte non può che essere favorevole.

L’opinione del terzo polo

Matteo Renzi e Carlo Calenda sono concordi nel sostenere che il Rd vada rivisto applicando misure che spingano i percettori a entrare nel mondo del lavoro. Non si tratta di una linea di pensiero molto distante da quella delle forze di centrodestra e, nel formulare un’ipotesi di modifica, suggeriscono che ai centri per l’impiego si aggiungano, per trovare un’occupazione a chi beneficia del Rdc, anche le aziende di collocamento private. Il più critico è Matteo Renzi, da sempre acerrimo detrattore del reddito di cittadinanza.

Cosa dicono gli altri schieramenti

Più Europa sposa la linea del collocamento privato per aiutare chi percepisce il Rdc a entrare nel mondo del lavoro. Inoltre, la misura dovrebbe essere rivista per rientrare nelle filosofie del reddito di inclusione.

Sinistra italiana e Europa verde sono invece per il rafforzamento

del Rdc che, nelle rispettive idee, dovrebbe virare sempre più verso il reddito universale di base. Ma questo è argomento ben più vasto che potrebbe animare la vita politica con maggiore convinzione durante i prossimi anni.

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