Generali, la Borsa punta al rilancio su Cattolica

La compagnia veronese chiude a 7,1 euro, contro i 6,75 offerti dal Leone. Occhi su Buffett

Generali, la Borsa punta al rilancio su Cattolica

Braccio di ferro su Cattolica Assicurazioni che chiude la settimana in Borsa a 7,14 euro (in rialzo dello 0,2%) con volumi vivaci; il titolo resta quindi lontano dai 6,75 euro messi sul tavolo da Generali (che possiede già il 23,7% della compagnia veronese e punta al suo delisting). L'operazione Cattolica ha rappresentato uno dei primi punti di frizione tra l'ad del Leone, Philippe Donnet, e il fronte costituito da Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, oggi riuniti in un patto di sindacato con Crt al 13,28% che chiede discontinuità al vertice. L'Opa, avviata il 4 ottobre, scade (salvo proroghe) il 29 ottobre, ma la consegna dei titoli all'offerta viaggia a rilento: ieri aveva aderito il 15,58% del capitale (dal 15,57% di giovedì). Finora il pacchetto principale è costituito da quell'11% circa di azioni proprie consegnate all'offerta dalla stessa compagnia veronese.

Le sale operative puntano insomma a un rilancio da parte del Leone, come avvenuto in altre Opa transitate da Piazza Affari. Dall'annuncio dell'offerta pubblica, a fine maggio, Cattolica è sempre stato negoziato sopra al prezzo dell'Opa.

Eppure, almeno per ora, gli unici a prendere posizione contro il prezzo (ma non, in definitiva, sull'Opa), sono stati i piccoli azionisti del patto Le Api che rilevano come a giugno il valore del patrimonio netto per azione ammontasse a 11,21 euro (il patrimonio netto di Cattolica si attesta 2.677 milioni rispetto ai 1.541 milioni circa della valutazione dell'Opa).

In Piazza Affari si guarda agli istituzionali come Fondazione Banco del Monte (che possiede il 3,1% di Cattolica ma ha già svalutato a bilancio a 6,75 euro per azione) e Cariverona (1%) e si scommette sui fondi ma, soprattutto, su Warren Buffett che ha in carico Cattolica a 7,35 euro. L'oracolo di Omaha è attestato al 9% del capitale della compagnia veronese sempre che non si sia diluito verso il 7% in seguito alla ricapitalizzazione da 300 milioni che ha aperto le porte al big triestino.

Un esperto che preferisce l'anonimato puntualizza che «la metrica» del patrimonio netto non è quello più efficiente per valutare le assicurazioni per cui, al contrario, occorre guardare i mezzi propri, ovvero la differenza tra attivo e passivo valutata sulla base delle condizioni contrattuali insite nelle polizze emesse. Entrando nel dettaglio Generali, che da anni porta avanti una efficiente pulizia di portafoglio, è valutata dal mercato all'incirca una volta il patrimonio netto e 0,6 volte i mezzi propri, mentre Cattolica è valutata dall'Opa 0,56 volte i mezzi propri.

Equita, advisor a Trieste per l'operazione, pone sul tavolo poi un altro tema: nel caso in cui l'Opa non dovesse andare a buon fine si riproporrebbe la questione della seconda tranche dell'aumento di capitale (200 milioni) richiesto un anno e mezzo fa a Cattolica dall'Ivass e già approvato dal consiglio di amministrazione. Attualmente l'indice di solvibilità di Cattolica è del 197%, lontano dai livelli che avevano reso necessario l'intervento di vigilanza. Ciononostante, un'eventuale revisione va richiesta e non è automatica.

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