Il governo studia una riforma del fisco. Se ne parla ormai da settimane. E, ad oggi, sembrano ormai maturi i tempi per un vestito tutto nuovo al nostro sistema tributario. Peccato che faccia il gioco delle tre carte. Studia una riduzione delle aliquote. "Da una rivisitazione delle tax expenditures, con una razionalizzazione strutturale, sarebbe possibile liberare risorse importanti per ridurre le aliquote", afferma orgoglioso il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma a che prezzo? Tagliando le detrazioni fiscali. Dunque, da un lato Giuseppe Conte e compagni danno, ma dall’altro lato, tolgono inesorabilmente. Con buona pace per i contribuenti italiani.
Il sistema fiscale vigente venne varato nel 1973. È vecchio di 47 di anni. E i giallorossi sarebbero finalmente pronti a fare una maxi riforma. Si tratta di un rinnovamento che ha come cardine il valore della progressività. Il concetto di progressività, il ministro dell’Economia lo ha ripetuto spesso: "Chi guadagna di più, deve dare di più". Tutto parte da un piano ben congegnato già agli inizi di febbraio, quando la pandemia in Italia era ancora lontana. Parti sociali, economisti e politici avevano dimostrato l’idea di andare avanti. Poi arriva il coronavirus, il lockdown. Oggi, le cose sembra stiano ripartendo. Ma i bluff del governo sono dietro l’angolo.
"La decisione della riforma fiscale è una questione cruciale che il governo ha messo al centro del suo programma", sottolinea Gualtieri durante il question time in Senato. "Occorre lavorare sui principi generali di semplificazione, progressività e riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull’impresa". Questi i buoni propositi. Poi sempre Gualtieri continua: "C’è il tema dell’efficientamento della riscossione e qui occorre mettere mano al sistema della inesigibilità dei crediti al fine di eliminare dal magazzino dell’Agenzia della riscossione partite creditorie per diversi miliardi di euro che sono solo nominali e non hanno alcuna concreta possibilità di recupero per liberare risorse per l’attività di riscossione volontaria e coattiva. Per concorrere a una progressiva riduzione del tax gap occorre lavorare allo sviluppo dei pagamenti digitali".
Un calderone in cui va dentro tutto: dai crediti inesigibili verso lo Stato, all’ormai noto cashless. E il ministro su questo punto è chiaro: "Occorre lavorare sui pagamenti digitali, valorizzare il patrimonio informativo a disposizione dell’amministrazione finanziaria". Rispondendo in Aula a un’interrogazione sulla necessità di una riforma tributaria, fa sapere che "si tratta di una questione cruciale al centro del programma del governo e che abbiamo iniziato ad avviare anche con provvedimenti concreti, come con il cuneo fiscale ed il Family act". La crisi del Covid ha interrotto il lavoro e ora si tratta di riprendere questo procedimento nel quadro più ampio del rilancio dell’economia.
Tra i punti in discussione del piano di rilancio del governo c’è il tema di una forma di sostegno al reddito universale. "Questa esperienza, ma anche le trasformazioni più generali, ci pongono il tema di affrontare riflessioni impegnative e ambiziose sulla riforma degli strumenti di cui disponiamo. Per universale intendiamo la copertura non il reddito, sarebbe opportuno in questo quadro chiarire meglio la distinzione tra strumenti di contrasto povertà e strumenti per le politiche attive del lavoro".
Infine, l'apertura alle opposizioni. "L’Italia ha giocato un ruolo da protagonista nella definizione di una risposta europea ambiziosa alla crisi". Gualtieri invita quindi tutte le forze responsabili a concorrere alla definizione di un piano che l’Italia intende presentare a settembre insieme alla Nadef (nota di aggiornamento al Def), che definirà in modo dettagliato investimenti e riforme che l’Italia intende varare nel quadro del programma Next Generation Eu. E che porterà, prima dell’estate, a elaborare la cornice più ampia del quadro di riforme che il governo intende realizzare nell’orizzonte di legislatura.
Per i giallorossi serve collaborazione, dunque. Basta polemiche.
I tempi sono difficili e l'Europa non aspetta altro per metterci con le spalle al muro. "Tutte le forze responsabili che hanno a cuore le sorti del Paese devono collaborare". Peccato che questo governo faccia acqua da tutte le parti. E non perde occasione per dimostrarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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