Fitch promuove l'Italia: "Piano fiscale credibile". S&P: "Prospettive rosee sulla crescita"

Le agenzie di rating mantengono la valutazione di "BBB", ma plaudono alla manovra di Giorgetti. Per Fitch l'outlook passa a positivo: "Crescita potenziale più forte e contesto politico più stabile"

Fitch promuove l'Italia: "Piano fiscale credibile". S&P: "Prospettive rosee sulla crescita"
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Fitch conferma il rating dell'Italia a «BBB», ma migliora le prospettive da «stabili» a «positive». Si tratta, di fatto, di una promozione della manovra varata dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. «L'outlook positivo», motiva la sua decisione l'agenzia di rating americana, «riflette il fatto che i recenti risultati di bilancio più elevati e l'impegno nei confronti delle regole di bilancio dell'Unione europea indicano una potenziale riduzione dei rischi di bilancio e di finanziamento a medio termine derivanti dai livelli di debito eccezionalmente elevati dell'Italia. Ciò è rafforzato dai segnali di una crescita potenziale più forte e di un contesto politico più stabile». Fitch poi scende più nel dettaglio sui numeri e sottolinea che la riscossione delle entrate migliore del previsto quest'anno ha portato il governo ad aumentare sostanzialmente il saldo fiscale previsto per il 2024. «Ora prevediamo», prosegue l'agenzia, «un disavanzo fiscale del 3,7% del Pil, in calo rispetto al 4,7% della revisione di aprile e alla stima iniziale del governo del 4,3%. Di conseguenza, ci aspettiamo che l'Italia raggiunga il saldo primario di bilancio quest'anno». Ma c'è di più: il piano fiscale è stato giudicato «credibile»: «prevediamo che i disavanzi di bilancio si ridurranno al 3,2% del Pil nel 2025 e al 2,7% nel 2026 (mediana della categoria "BBB" al 3,2% e al 3,1%), sostanzialmente in linea con il piano di bilancio strutturale a medio termine del governo che delinea obiettivi di bilancio su un percorso di aggiustamento di sette anni». Fitch ritiene che i rischi di non conformità siano limitati, in quanto i piani dell'Italia sono in linea con i requisiti della Commissione europea. Apprezzati anche gli sforzi sul debito: «l'Italia ha ridotto il proprio debito di quasi 20 punti percentuali di Pil rispetto al picco del 2020 ed è tra i pochi paesi della zona euro ad aver riportato il rapporto debito/Pil ai livelli pre-pandemia». Il debito ora salirà al 136,3% del Pil nel 2026, primi di iniziare a scendere al 135,4% nel 2028. Apprezzata anche la dinamica della crescita del Pil: si prevede che l'economia italiana si espanderà dello 0,7% nel 2024 e dell'1,1% nel 2025. Al secondo trimestre 2024, l'economia italiana era del 5,5% al di sopra dei livelli pre-pandemia, superando il 3,9% dell'Eurozona.

Ieri sera è arrivato anche l'aggiornamento del rating italiano di S&P Global Ratings che ha mantenuto il giudizio a «BBB», con outlook stabile.

Malgrado gli effetti negativi del Superbonus, infatti, S&P osserva che l'andamento di fondo dei conti pubblici italiani «sta migliorando» con il deficit previsto scendere sotto il 3% mentre la crescita del Pil sarà in media dell'1% tra il 2024 e il 2027, il che rivela prospettive «più rosee» rispetto al periodo pre-pandemia. L'agenzia Usa promette di alzare il rating in caso di una crescita più forte che «portasse a un calo del debito pubblico in percentuale del Pil» (previsto invece salire al 138% nel 2027).

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