Le fusioni bancarie aspettano di capire se il governo intende favorire il processo di consolidamento e per Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, pottrebbero esserci presto novità. «Dal testo finale del decreto sostegni bis approvato giovedì dal governo - dice Sileoni - è sparita la norma sull'aumento delle agevolazioni fiscali per le fusioni bancarie. Io non escludo che il governo stia facendo un ragionamento più ampio, un approfondimento sulla situazione dell'interno settore, in termini di aggregazioni e fusioni. Sono convinto che poi tutto sarà gestito dal premier Draghi in piena sintonia con la Banca centrale europea. E non escludo che arrivi, a breve, un nuovo decreto, tutto dedicato alle fusioni tra banche».
Per quanto riguarda il cosiddetto risiko, per Sileoni «in questo momento l'attenzione è tutta rivolta a Unicredit, BancoBpm, Montepaschi e anche Bper. Ma noi teniamo sotto stretta osservazione anche qualche situazione ancora non completamente risolta. Mi riferisco a Carige e alla Popolare di Bari: queste due banche dovranno trovare un assetto definitivo e una sistemazione, anche se per quanto riguarda Bari si stanno creando le condizioni per far nascere, con il gruppo pubblico Mediocredito centrale, un polo bancario del Sud».
Il focus sindacale, naturalmente, è sul lavoro, tema centrale di fronte a un consolidamento di settore.
«A noi - dice Sileoni - stanno a cuore i clienti, ma soprattutto le migliaia di lavoratrici e di lavoratori del settore bancario coinvolte sia nelle fusioni sia nelle ristrutturazioni sia nei salvataggi. E su questo tema i lavoratori hanno pagato anche economicamente prezzi altissimi e, in Italia, abbiamo evitato i licenziamenti solo grazie alla forza del sindacato».
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