Quando diremo addio ai contanti? Le ipotesi sul campo sono tante, e anche il governo qualche tempo fa ha provato a forzare i tempi per far dire addio ai contanti agli italiani. Il 30 giugno 2014, l'esecutivo ha introdotto la norma che impone, di fatto, di "accettare i pagamenti con carte di debito superiori a 30 euro". La norma però non avrebbe avuto gli effetti sperati e così, in sostanza, non sarebbe aumentato l'uso dei pagamenti elettronici rispetto ai contanti. Ma Enrico Susta, responsabile dei pagamenti di Banca Sella afferma a Repubblica.it: "Il dato, però, è in crescita. Anche se siamo lontani persino dai vicini francesi qualcosa si muove. Il problema, però, è soprattutto culturale. La questione non è più infrastrutturale, la quota pro capite di carte in Italia è 1,1, mentre i Pos sono circa 1,5 milioni. Non siamo lontani dalla media europea".
Secondo Susta "occorre individuare le giuste leve tecnologiche che perché le carte diventino un oggetto di utilizzo quotidiano. I prezzi - prosegue Susta - sono già diminuiti e i commercianti non fanno i conti sul rischio di avere molto contante in casse", per l'Abi il costo del contanti arriva a 10 miliardi di euro l'anno. "Il problema - dice il manager di Banca Sella - non è far utilizzare agli italiani la carta per la spesa al supermercato, ma convincerli a usarla per i piccoli importi, come il caffè. La chiave è nella svolta tecnologica: più si semplifica la vita più diventa necessario. Bisogna proseguire nell'azione di semplificazione della vita quotidiana. Penso soprattutto all'utilizzo dei pagamenti attraverso il telefonino e a tutto quello che riduce i tempi d'attesa". E ancora: "Sarà un fenomeno lento, ma ci sono tanti strumenti che mostrano vantaggi evidenti, dalla possibilità di mantenere sempre sotto controllo la spesa alla sospensione della carta quando si teme di averla smarrita. Lo stesso vale per i commercianti".
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