Un ministero a Milano fa bene al Sistema Paese

La proposta di collocare a Milano il ministero dell'Innovazione ha acceso il fuoco delle polemiche

Un ministero a Milano fa bene al Sistema Paese

La proposta di collocare a Milano il ministero dell'Innovazione ha acceso il fuoco delle polemiche. Il lettore non dovrebbe stupirsi. In Italia qualsiasi refolo di novità nel segno di un depotenziamento virtuoso dell'ideologia centralista trova schierato un esercito poderoso e agguerritissimo di statalisti duri e puri pronti a difendere la congestione capitolina. Da noi succede tutto il contrario di quanto avviene, da tempo, in altri Paesi e penso alla Germania e la Francia. In entrambe le realtà, seppur a diversa intensità per storia e cultura, viene favorita con convinzione la territorializzazione di alcune funzioni allo scopo di far funzionare al meglio la macchina amministrativa. Decongestionare è sempre un bene. Soprattutto in una materia delicata come la cosa pubblica, quella che riguarda i servizi verso il cittadino/contribuente. Dunque, il ministero dell'Innovazione che trasloca a Milano sarebbe una cosa buona e giusta. Proprio perché si sta parlando di innovazione ed è fuori di discussione che il capoluogo lombardo, ha le carte in regole per guidare la strategica partita (poi, bisogna sempre dimostrarlo nel quotidiano). Non è un caso che Confindustria veda di buon occhio tale proposta. Soprattutto in una fase storica così delicata nella quale necessitano iniziative choc per entrare con decisione nel mondo di domani. E sappiamo bene quanto lo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche unitamente allo sviluppo del settore delle telecomunicazioni siano elementi decisivi alla crescita competitiva del Paese. La visione centralista non funziona. Ingolfa. Blocca. Determina inefficienza.

E spostare a Milano quel ministero non significa operare uno strappo separatista. Il contrario.

Vuol dire adoperarsi per un cambio di passo destinato a produrre benefici economici per il sistema Paese in quanto tale. Un vantaggio per tutti, insomma. Così, e finalmente, andrebbe in scena un'esperienza di autonomia amministrativa di grande rilevanza, come hanno chiesto alcune regioni con il referendum. Perché innovativa.

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