Monte Paschi, bomba 4mila esuberi

Oggi il cda, ma l'ok all'aumento può slittare. E l'Ue pensa a una "rete" di bad bank

Monte Paschi, bomba 4mila esuberi

Arginare il rischio delle sofferenze bancarie è l'imperativo dei prossimi mesi. Per questo occorre intervenire subito sui crediti deteriorati prima che sia tropo tardi. La risposta arrivata ieri da Bruxelles è quella della creazione di bad bank nazionali in grado di assorbire la prossima ondata di prestiti deteriorati (Npl) causati dalla pandemia e che, secondo le stime della Bce, potrebbero anche superare 1.400 miliardi di euro. «Non fare nulla produrrebbe un credit crunch, le imprese fallirebbero e si perderebbero posti di lavoro», ha dichiarato Mairead McGuinness, commissaria ai servizi finanziari.

La strategia presentata dalla Commissione per superare la crisi si articola in quatto punti: «rafforzare lo sviluppo del mercato secondario per gli Npl» anche grazie al miglioramento della infrastruttura dei dati necessaria ad aumentarne la trasparenza e l'efficienza; affiancare gli Stati membri nella creazione di Amc (società di gestione degli asset deteriorati delle banche), con la prospettiva «di costituire una rete europea»; realizzare una «convergenza» regolamentare nel settore e proseguire con le misure precauzionali e di sostegno all'economia. Accantonata, almeno per ora, la proposta di Andrea Ernia presidente della Vigilanza bancaria della Bce, di una unica bad bank europea a causa della «diversità dei portafogli Npl tra stati membri, delle differenti normative in tema di insolvenza e ristrutturazione e, infine, dei costi elevati». Quanto alla rigidità delle normative europee in tema di calendar provisioning e definizione di default, tema sollevato anche ieri dal presidente dell'Abi Antonio Patuanelli, Enria ha dichiarato: «Le regole devono essere armonizzate». Il presidente del Consiglio di vigilanza bancaria della Bce ha poi invitato, nuovamente, alla prudenza nella distribuzione di dividendi fino al graduale ritorno alla normalità. In Europa, secondo le stime di Enria, il prossimo anno dovrebbero arrivare 10-12 miliardi di cedole bancarie, un terzo rispetto al solito. Sibilline, infine, le parole di McGuinness sugli aiuti di Stato necessari a tamponare eventuali crisi bancarie: «Qualsiasi sostegno dovrebbe rimanere mirato e limitato e non portare al salvataggio di banche non redditizie».

In Italia l'attenzione è tutta sul Monte dei Paschi, il cui cda si riunisce oggi per deliberare l'ennesimo piano di salvataggio sotto la guida di Guido Bastianini. Sarà probabilmente affrontato il tema degli esuberi che, secondo le previsioni, potrebbero attestarsi tra 3 e 4mila. Non è detto invece che si decida dell'atteso aumento di capitale da 2,5 miliardi, il minimo ritenuto indispensabile dagli esperti per colmare la carenza di capitale emersa con l'ultima trimestrale, a fronteggiare il rosso di fine anno (dopo gli 1,53 miliardi persi nei nove mesi), affrontare i 10 miliardi di cause penali pendenti e avviare il restyling necessario per arrivare all'agognata integrazione che il Tesoro (azionista al 64% di Rocca Salimbeni) vorrebbe con Unicredit. La partita si gioca sull'asse Roma- Bruxelles-Francoforte. La ricapitalizzazione ricadrà infatti sulle spalle del Mef e dovrà aver l'avvallo europeo tanto più che il Tesoro aveva già promesso l'uscita dal capitale di Mps entro il 2021.

«Siamo pronti a scendere in piazza se la situazione non si chiarirà al più presto partendo dalla tutela dei posti di lavoro», ha preannunciato il segretario della Fabi Lando Maria Sileoni, a cui «appare grottesco il solito piagnisteo di alcuni partiti che a parole si battono contro l'integrazione di Mps in Unicredit, ma nei fatti vi assisteranno senza alzare un dito».

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