Si profila un nuovo procedimento sulla vicenda degli Npl di Mps. Il gip milanese Teresa De Pascale ha disposto l'imputazione coatta per cinque persone tra cui, l'ex ad Marco Morelli e gli ex presidenti Alessandro Falciai e Stefania Bariatti per false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato in merito ai bilanci 2016 e 2017. Il management, secondo l'ordinanza, avrebbe avuto la «consapevolezza» delle «false contabilizzazioni, che non ha di certo provveduto a rilevare e far emergere». E questo perché è stato chiamato a sostituire i precedenti amministratori «proprio per far fronte alla situazione fortemente critica e potenzialmente letale per la banca stessa». De Pascale, infatti, ha rigettato la richiesta di archiviazione delle pm Cristiana Roveda e Giovanna Cavalleri.
Secondo il giudice, gli ex manager, pur recependo «formalmente» le obiezioni e le criticità rilevate dagli esiti delle ispezioni di Bankitalia per gli anni 2016 e 2017, avrebbero continuato «a rappresentare una situazione economicopatrimoniale non rispondente al vero». L'inchiesta si origina dalla maxiperizia disposta dall'ex gip Guido Salvini, depositata tre anni fa, riguardante i bilanci 2012-2015 del Monte. In particolare, secondo la tesi accusatoria, non sarebbero stati contabilizzati tempestivamente nei bilanci rettifiche su crediti per complessivi 11,42 miliardi di euro. Gli allora pm Giovanna Calalleri e Roberto Fontana nel 2021 decisero poi di estendere le indagini fino al 2017, aumentando il numero degli indagati. Il gip De Pascale, tuttavia, ha archiviato le posizioni dell'ex presidente Alessandro Profumo, dell'ex ad Fabrizio Viola e dell'ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori per intervenuta prescrizione con l'ipotesi di manipolazione di mercato e falso in bilancio sulle relazioni dalla trimestrale 2012 alla semestrale 2014 della banca. I due ex manager saranno invece in udienza preliminare già domani davanti alla gup milanese Fiammetta Modica, dopo la richiesta di rinvio a giudizio della procura per le presunte irregolarità commesse nella contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl) nelle relazioni dei bilanci del 2014 e 2015 e nella relazione semestrale del 2016.
La giudice ha poi ordinato nuove indagini per sei mesi - rispetto alle medesime posizioni per le quali ha ordinato l'imputazione coatta - con l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato in relazione «ai 5,4 miliardi di ricapitalizzazione erogati dallo Stato in favore della banca nell'agosto 2017, secondo cui i falsi in bilancio avrebbero occultato
lo stato di insolvenza della Banca, che sarebbe stato ostativo all'erogazione degli aiuti di Stato». In buona sostanza, sono state accolte le tesi del fondo Bluebell che riteneva responsabili anche i manager post-Mussari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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