Mps, l'assemblea sbarra la strada a Profumo: "Niente aumento di capitale"

Bocciato il piano di Profumo che prevedeva l'aumento di capitale da 3 miliardi. Passa la linea della Fondazione. Profumo a un passo dall'addio

Mps, l'assemblea sbarra la strada a Profumo: "Niente aumento di capitale"

Il Pd celebra il funerale del Monte dei Paschi di Siena. La crisi della banca più antica del mondo è or­mai un pasticcio inestricabile. Con la Fondazione che preferisce il rischio di un crac piuttosto che per­dere la presa sul primo centro di potere cittadino. L'assemblea degli azionisti ha, infatti, bocciato la proposta del consiglio di amministrazione presieduto da Alessandro Profumo di varare a gennaio l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro. È il capo­linea di un istituto che da sempre è al centro delle trame della sinistra.

"La proposta del consiglio d’amministrazione della banca non ha oggi alcuna possibilità di essere approvata". L’assemblea degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena ha accolto tra gli applausi la linea della numero uno della Fondazione Antonella Mansi che ha sbarrato la strada alla proposta avanzata da Profumo. L'aumento di capitale non arriverà, quindi, prima del prossimo 12 maggio. Un verdetto scontato visto il dominio dell’Ente col suo 33,5% e la standing ovation per la vicepresidente di Confindustria acclamata dalla Fondazione che ha sempre tifato per il "no" all’aumento definendo il rischio nazionalizzazione "soltanto uno spauracchio". "Il nostro non è mai stato un atto di sfiducia nel management, l’ho detto mille volte e lo preciso anche oggi", ha spiegato la Mansi arrivando in assemblea alla quale era accorso il 49,3% degli azionisti. All'indomani del rinvio per mancanza del numero legale, in seconda convocazione per costituire l'assemblea è bastato appena un terzo del capitale, ovvero poco meno di quanto possiede Palazzo Sansedoni, titolare del 33,5%.

L’esito della votazione era facilmente prevedibile. La Fondazione ha, infatti, ottenuto il posticipo dell’operazione al secondo trimestre. In questo modo, è la linea della Mansi, avrà più tempo a disposizione per tentare di vendere la propria quota in modo da fare cassa e risollevarsi dalla difficile situazione finanziaria."Oggi esiste purtroppo un’indiscutibile necessità dell’ente di badare alla propria sopravvivenza, è una nostra precisa responsabilità", ha aggiunto Mansi augurandosi che "questo si possa conciliare nel tempo con l’interesse della banca a cui noi teniamo molto perchè è il nostro primo asset". Una scelta che dovrebbe quindi comportarelo scioglimento del consorzio di garanzia messo a punto da Profumo e Fabrizio Viola che dovranno formarne un altro nei tempi che verranno stabiliti.

"È incerto che a maggio si possa fare l’aumento di capitale. Dovremo formare di nuovo il consorzio di garanzia", ha commentato Profumo che nelle prissime settimane deciderà se presentare le proprie dimissioni.

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