Non è un caso che Nautica Italiana, la nuova associazione che riunisce i 25 grandi nomi del settore, abbia scelto di presentarsi a Milano, che con il mare ha poco a che vedere, ma molto con la moda e il lusso. Di cui i gioielli galleggianti usciti dai cantieri italiani fanno parte a pieno titolo: è lo stile di vita italiano, la Grande Bellezza che fa innamorare i ricchi acquirenti di motoscafi, barche e yacht. Da qui l'alleanza con Altagamma, di cui la neonata associazione, presieduta da Lamberto Tacoli, numero uno di Crn (gruppo Ferretti) è la prima affiliata: si punta a una stretta sinergia con le aziende di moda, design, alimentare, hotellerie, gioielleria e automotive che ne fanno parte, conosciute in tutto il mondo come eccellenze made in Italy.
«Undici marchi di Nautica Italiana sono diventati soci di Fondazione Altagamma», annuncia orgogliosamente Andrea Illy , presidente della Fondazione. Primo obiettivo il sostegno all'export, vitale per un settore come la nautica che esporta oltre il 90% della sua produzione - nel 2014, i ricavi sono stati di 2,5 miliardi - mentre il mercato nazionale stenta a riprendersi. Una strategia che deve includere il dialogo con le istituzioni, governo in primis, come soggetto autonomo, seppure in collaborazione con Ucina (l'associazione storica del settore nautico da cui però alcuni dei marchi sono usciti).
Ma la rappresentanza non è mai troppa per un settore che ancora paga a caro prezzo le scelte della politica, vedi la tassa sui porti: Nautica Italiana intende «associarsi a Confindustria il prima possibile - annuncia Tacoli -.
Ho scritto già al presidente Giorgio Squinzi e il prossimo passo sarà trovare la strada più rapida per aderire all'associazione di viale dell'Astronomia visto che tutte le nostre aziende sono legate al sistema confindustriale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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