Nuove promozioni per gli statali (anche senza laurea)

I lavoratori potranno passare a un livello superiore pur non avendo i requisiti richiesti solitamente, purché abbiamo maturato una lunga esperienza nell’area inferiore in cui erano impiegati

Nuove promozioni per gli statali (anche senza laurea)

Il premier Mario Draghi e la squadra dei ministri hanno l’obiettivo di chiudere entro fine anno la negoziazione sul nuovo contratto per i dipendenti pubblici delle Funzioni centrali. Il traguardo sembra essere a portata di mano e i cambiamenti saranno tangibili, soprattutto per quanto riguarda le promozioni interne. Nella bozza di documento ancora in discussione si afferma un principio cardine: il titolo di studio non sarà più un ostacolo nella pubblica amministrazione. L’elemento più importante, capace di orientare le carriere dei lavoratori, sarà l’esperienza. Ma che significa tutto ciò in termini pratici? I dipendenti pubblici potranno passare a un livello superiore pur non avendo i requisiti richiesti solitamente, ossia la laurea, purché abbiamo maturato una lunga esperienza nell’area inferiore in cui erano impiegati.

Si tratta di una rivoluzione, poiché basterà il diploma per fare carriera nella pubblica amministrazione. In particolare, per passare dall'area degli operatori a quella degli assistenti basterà il diploma di scuola secondaria di secondo grado o, in mancanza, l'assolvimento dell'obbligo scolastico ed esperienza maturata di almeno dieci anni nell'area inferiore. Per la promozione dall'area degli assistenti all'area dei funzionari, la bozza aggiornata recita che sarà sufficiente la laurea, triennale o magistrale, o in mancanza, il diploma di scuola secondaria di secondo grado ed esperienza maturata di almeno quindici anni nell'area immediatamente inferiore.

Il quotidiano Il Messaggero sottolinea, però, che per ottenere la promozione è fondamentale la valutazione del lavoro svolto negli anni precedenti. Una condotta non impeccabile potrebbe creare problemi per l’avanzamento di carriera del dipendente. Novità importanti sono previste nella bozza di contratto anche per ciò che riguarda il sistema dello smart working. L’idea è di rendere più flessibile il lavoro da casa lasciando alle amministrazioni pubbliche la libertà di regolarsi come meglio credono in base alle loro esigenze. In soffitta, quindi, finiscono le tre fasce temporali (operatività, contattabilità e disconnessione).

Su questo punto, il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha intenzione di accelerare, intensificando gli incontri con i sindacati per arrivare in tempi stretti a una nuova definizione del lavoro agile.

Infine, l’attenzione è puntata anche sugli aumenti salariali per i lavoratori pubblici, che dovrebbe essere del 4,15% lordo mensile. Gli incrementi varieranno da un minimo di 59 euro a un massimo di 146 euro, a seconda dell’area di competenza dei dipendenti.

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