Il governo si prepara ad inasprire i controlli sulle partite Iva. A quanto pare, come riporta ilSole24 Ore, i giallorossi di fatto sono pronti a mantenere il regime forfettario per le partite Iva fino a 65mila euro ma questa proroga verrà affiancata da una serie di misure per combattere l'evasione. Il punto di centrale di questo cambio di rotta sarebbe l'introduzione della fattura elettronica anche per tutti quei contribuenti che sono soggetti ad una imposta secca del 15 per cento. Una strategia questa che porterebbe a un radicale cambiamento per circa 2 milioni di partite Iva inclusi anche gli autonomi e le piccole imprese.
Ma attenzione: l'invio delle fatture elettroniche di fatto potrebbe procurare non pochi problemi. Infatti questo nuovo corso porterebbe all'inserimento nel flusso della fatturazione elettronica e al relativo uso dei software predisposti dal Fisco come "Fattura e corrispettivi" di milioni di operatori. Ma in questo quadro va sottolineate la ratio della mossa del governo. La fattura elettronica porterebbe ad un effetto deterrente sui forfettari. Infatti questi contribuenti non sono soggetti a Iva ma di fatto l'invio telematico al Fisco delle fatture potrebbe portare un freno ai comportamenti illeciti. E su questo fronte è il Pd ad essere scatenato. Proprio qualche giorno fa i dem hanno chiesto di accendere un faro su tutti i comportamenti "evasivi ed elusivi" da parte delle partite Iva. E questo sistema di controllo chiesto dal Pd potrebbe portare a verifiche su due fronti. La prima fase sarebbe strutturata con controlli con accessi in sede e la seconda proprio con analisi dei dati inviati telematicamente.
L'incrocio di queste informazioni darebbe il via alle eventuali sanzioni che di certo non saranno leggere. Insomma la riforma fiscale che è allo studio del governo conferma il filo rosso che unisce grillini e dem: una tenaglia di controlli sempre più stringente sui contribuenti.
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